Il Buffet da Pepi

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Logo del BuffetIl Buffet da Pepi  ha festeggiato, lo scorso anno, un secolo di vita e di attività. Fu fondato nel 1897 da Pepi Klajnsic  ed era   ubicato in Piazza della Borsa, dove ora c'è una farmacia. Per mettere in risalto le origini del proprietario, il locale venne presto soprannominato (seguendo un'usanza dei tempi andati) Pepi s'ciavo. Dopo pochi anni dall'inizio dell'attività, nel 1903, il Klajnsic trasferì il Buffet  in via Cassa di Risparmio n.3, dove tuttora si trova. Nel 1908 l'attività venne ceduta a paolo Tomazic che la mantenne fino allo scoppio della prima guerra mondiale, durante la quale sembra ci fosse un nuovo gestore di cui non si conosce il nome.

Finita la guerra, nel 1918, il locale venne ripreso da Paolo Tomazic che vi lavorava insieme al cugino Pepi e al cognato di quest'ultimo, Giusto Colja. A soli due anni dalla morte di Paolo Tomazic, nel 1925, il fratello Giovanni cedette la propria parte a Pepi. Il locale venne ampliato e si dovette ricorrere all'aiuto di altri collaboratori. Cominciarono così a lavorare al Buffet anche due fratelli di Giusto: Zdenko ed Emil, entrambi cognati di Pepi. Nel 1932 fu assunto, come banconiere Carlo Cok che lavorò al Buffet per quarant'anni.

La vita di Pepi Tomazic venne segnata da una terribile tragedia: nel 1941 il figlio viene condannato e fucilato, mentre il Buffet subiva depredazioni e incendi dai potenti dell'epoca. Si pensò di trovare una scappatoia cedendo la proprietà a Carlo Cok, ma ciò non bastò e il locale rimase chiuso fino al termine del secondo conflitto mondiale.
Tra l'altro, nel 1944, anche Pepi Tomazic era morto durante un bombardamente in via Rossetti. Il Buffet rimase nelle mani di Emma Colja, vedova Tomazic poiché anche la figlia Dani era stata uccisa durante la guerra. Questa dolorosa vicenda, occorsa alla damiglia di Pepi Tomazic, rivive nel romanzo di Fulvio Tomizza, Gli sposi di via Rossetti (1986).
La signora Emma affidò la gestione del locale ai fratelli che, nel 1952, operarono al locale migliorie  e ampliamenti. Aumentò sempre di  più  il lavoro per far fronte al quale vennero assunti altri collaboratori: Elviro, Albino, Darko, Paolo ed Elvio. Agli ultiumi tre la proprietaria passò , nel 1977, la gestione del Buffet che assunse il nome  da Pepi  in ricordo del primo proprietario. Soltanto pochi anni dopo, nel 1981, la signora Emma cedette definitivamente la proprietà a questi insostituibili collaboratori.

Il bancone del Buffet da Pepi

OGGI  Il Buffet da Pepi rappresenta un simbolo per Trieste, tanto che su una copertina della rivista Panorama, alcuni anni fa compariva una piantina della città con l'indicazione delle principali attrattive fra le quali spiccava proprio il nome di questo locale.
Moltissimi sono i giornali e le riviste sia italiane che straniere che hanno dedicato articoli al Buffet da Pepi . Per fare solo qualche esempio basti ricordare: il New York TimesItinerari Percorsi & Weekend, Marie Claire, Osterie d'Italia, A Tavola, Donna moderna, Europeo ed  Espresso. Numerosi e prestigiosi sono pure i riconoscimenti ricevuti dal locale quali il 1° Premio Internazionale Il fiorino d'oro nel 1985 e il Premio Friuli Venezia Giulia che lavora.
Questo perché, oggi come ieri, il Buffet da Pepi propone piatti genuini, sempre attuali, come la rinomata porzina, il prosciutto cotto di Praga, le luganighe di Vienna o di cragno accompagnate da senape e kren fresco e dagli immancabili capuzi garbi, ma anche gli stuzzichini a base di Liptauer,  il tutto innaffiato da un buon boccale di birra alla spina o dal pastoso vino Teran di produzione locale o da un bianco del Collio.
Seduti sugli inconfondibili sgabelli davanti ai piccoli tavolini di legno ci si trova immersi in un'atmosfera magica fatta di profumi, colori e sapori che ricordano l'Austria, ma sono ormai diventati un modo inconfondibile di vivere alla triestina.

Orario: dalle 8.00 alle 21.00 con chiusura domenicale
Trieste, via Cassa di Risparmio 3
Tel. 040/366858