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IL GHETTO EBRAICO DI VENEZIA
di Costanza Galgaro

Intorno al IV-V secolo, ci furono i primi insediamenti di ebrei nel Veneto. La Repubblica dispone, nel 1516 che tutti gli ebrei dovessero abitare in una sola zona della città, nell’area dove erano situate le fonderie.
Inoltre stabilì che dovessero portare un segno di identificazione e li obbligò a gestire banchi di pegno a tassi stabiliti dalla Serenissima, nonché a sottostare a molte altre gravose regole, concedendo in cambio libertà di culto se ci dovessero essere state delle guerre.
Questo luogo dove abitavano gli ebrei si chiamava “ghetto”. A poco a poco, nonostante l’alternarsi di permessi e divieti di soggiorno in città, gli ebrei diventarono a Venezia un nucleo considerevole.
L’etimologia della parola “ghetto” si fa risalire al fatto che il luogo in cui
abitavano gli ebrei erano le fonderie, in veneto chiamate “geti”, ma gli ebrei di provenienza tedesca pronunciavano la parola con la g dura e dettero origine alla parola usata ancora adesso “ghetto”.
Gli ingressi del ghetto venivano chiusi con robuste porte, ogni sera gli
abitanti dovevano rientrare e rimanere chiusi dentro fino al mattino
seguente. Durante la notte i custodi cristiani percorrevano in barca i canali circostanti per impedire eventuali sortite notturne. Le sinagoghe, dette anche “Scole”, del ghetto veneziano furono costruite tra l’inizio del 1500 e la metà del 1600 dai vari gruppi etnici.
Con il tempo fu necessario ampliare lo spazio e i ghetti divennero tre: il Ghetto Novo, il Ghetto Vecchio e il Ghetto Novissimo. Questi tre ghetti erano messi tutti in aree contigue. Man mano la comunità si consolidava economicamente ed era ricca di fermenti culturali.
Tradizionalmente gli ebrei veneziani esercitavano l’usura, cioè un’attività creditizia che hai cristiani era impedita da motivi religiosi.
Con la caduta della Repubblica e l’avvento di Napoleone furono eliminate le discriminazioni nei confronti degli ebrei i quali furono equiparati in tutto agli altri cittadini. Le porte del ghetto furono eliminate così come l’obbligo di residenza.


 

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