LA COMUNITÀ EBRAICA A VENEZIA
di Eleonora Santi |
I primi insediamenti di ebrei nel Veneto risalgono al IV-V secolo
d.C. Infatti, resti archeologici e testimonianze ne attestano la
presenza già in questo periodo in Aquileia, Grado e Concordia. Gli ebrei
che si stabilirono in queste zone erano, probabilmente, di origini
orientali. Ma dopo il 1492 la comunità si incrementò in seguito
all’espulsione degli ebrei dalla Spagna e dal Portogallo. In questo
periodo, la permanenza degli ebrei a Venezia è resa assai precaria a
causa di un continuo alternarsi di permessi e divieti di soggiorno da
parte della Serenissima. Così nel 1516 la Repubblica stabilì che gli
ebrei dovessero obbligatoriamente vivere tutti in un'unica zona della
città. Venne così scelta la zona della fonderia nuova, dove si creò il
primo ghetto d’Europa: Ghetto Nuovo.
Secondo la tradizione la parola “ghetto” deriva dal dialettismo veneto “geto”,
che sta a significare il luogo dove si fondevano i metalli. Secondo
alcuni gli ebrei provenienti dall’est, pronunciando la parola con la -g–
dura, diedero origine al vocabolo.

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Durante la notte gli ebrei non potevano uscire dall’ambito che era stato
loro dato e il ghetto veniva chiuso da due portoni, mentre dei custodi
cristiani percorrevano i canali circostanti per impedire eventuali
evasioni.
Nel corso del ‘500 si sviluppò nel Ghetto la vita degli ebrei. Vicino ai
banchi di pegno e di credito ad usura, che alcuni ebrei gestivano,
nacquero botteghe e scuole. Gli ebrei di diverse provenienze poterono
organizzarsi in ”Università”, cioè in piccole entità autonome, ciascuna
con un proprio rabbino e una propria sinagoga. Così sorsero le prime due
sinagoghe: la Schola Grande Tedesca, (1528-29), e la Schola Canton, di
rito ashkenazita, quello cioè praticato dagli ebrei dell’Europa centrale
e orientale, (1531-32). Nel 1541 venne concessa agli ebrei una seconda
zona, chiamata “Ghetto Vecchio”, poiché lì vicino sorgeva la fonderia
vecchia. Qui si costruirono altre tre sinagoghe: la Schola Levantina
(1538), la Schola Spagnola (1550) e per ultima la Schola Italiana, nel
1575.
Fino al 1600 circa agli ebrei non era permesso costruire nuove
abitazioni o veri e propri edifici di culto, così le sinagoghe sorsero
in palazzi già esistenti e come segno di riconoscimento avevano la
caratteristica di avere cinque finestre vicine. Però la comunità
continuava ad accrescersi, così gli ebrei aggiunsero dei piani alle
abitazioni già esistenti, addirittura fino a sette piani (caso unico in
Venezia), con il rischio molto alto di crolli. Perciò nel 1633 la
Repubblica concesse un’altra porzione del territorio adiacente a quello
che la comunità già occupava. Nacque così il terzo ghetto: Ghetto
Nuovissimo. Via via la comunità si consolidava economicamente ed era
ricca di fermenti e vita culturale. I rapporti con la Repubblica furono
molto altalenanti, e periodicamente si svolgevano campagne di
conversione. Chi si convertiva cambiava anche il nome assumendo quello
di chi lo aveva indotto al cambiamento.
Nel 1797, con la caduta della Repubblica, Napoleone decretò la fine
della segregazione e l’equiparazione degli ebrei agli altri cittadini.
Questo decreto divenne definitivo con l’annessione di Venezia al Regno
d’Italia, come ricorda il cippo apposto al centro di Campo di Ghetto.
Nel 1890 sorse in Ghetto Nuovo la Casa di Riposo, tuttora in funzione,
dalla quale uscì negli anni della persecuzione nazifascista il mesto
corteo degli ebrei veneziani avviati alla deportazione.
Al giorno d’oggi gli ebrei veneziani sono circa 500 e vivono tra Venezia
e Mestre. Anche se ora vi abitano pochissimi ebrei, il Ghetto è tornato
a fiorire in questi ultimi decenni ed è il centro di ogni attività
comunitaria. Qui si trovano gli uffici amministrativi della comunità, il
museo, la biblioteca, la Casa di Riposo, il centro Sociale e le
sinagoghe. Le sinagoghe usate tuttora per il culto sono la Schola
Spagnola (usata come sinagoga estiva) e la Schola Italiana (usata come
sinagoga invernale).
Bibliografia:
http://it.vikipedia.org/viki/Ghetto_di_Venezia
http://www.doge.it/ghetto/present.htm |