L'ANTISEMITISMO
di Giulio Liccari |
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Per antisemitismo si intende l’avversione nei confronti della razza
ebraica. Nel corso della storia gli Ebrei, accusati di tramare contro
gli interessi dei paesi che gli ospitavano, subirono violenze e
discriminazioni.
A partire dal III secolo a.C. gli Ebrei avevano cominciato a emigrare
dalla Palestina per stabilirsi soprattutto in Egitto, Italia e Grecia.
Verso il ‘700 dopo Cristo gli Ebrei di Palestina si ribellarono contro i
romani. La reazione di Roma fu durissima: molti furono uccisi o fatti
schiavi e il loro tempio, costruito al posto di quello di Salomone, fu
dato alle fiamme. La violenza romana si scatenò ancora più violenta
nell’anno 132 quando almeno seicentomila ebrei furono uccisi e i
superstiti si dispersero per l’Impero Romano. Questa è la cosiddetta
Diaspora, cioè la dispersione degli Ebrei, che da questo momento
cominciano ad essere visti come un popolo senza patria. Gli Ebrei erano
malvisti dai Romani perché conducevano una vita piuttosto isolata e la
loro religione imponeva dei riti che non erano facilmente comprensibili.
Tuttavia parlare in questa fase di antisemitismo è piuttosto azzardato
poiché i Romani erano molto tolleranti nei confronti delle altre
religioni, fintanto che queste non minavano il potere dello Stato. Il
vero e proprio antisemitismo nasce più tardi verso il IV secolo d.C.
quando il Cristianesimo diviene religione di Stato: la Chiesa ritiene di
dover condannare in eterno gli Ebrei per la colpa dell’atroce,
imperdonabile peccato di aver crocefisso il Messia.
Iniziarono così i primi incendi di sinagoghe, i primi eccidi e i primi
divieti fatti agli Ebrei (di sposare donne cristiane, di costruire nuove
sinagoghe, di accedere ai pubblici uffici).
L’antisemitismo contribuisce a far sì che gli Ebrei fin dall’inizio
costituiscono – unica fra le minoranze etniche, linguistiche, religiose
– dei nuclei propensi a vivere nelle città, anziché nelle campagne e a
raccogliersi tutti in quartieri che in Italia assunsero il nome di
giudecche. Con il XVI secolo, con la Controriforma, alla giudecca si
sostituisce il ghetto, ovvero i raggruppamento obbligatorio di tutti gli
Ebrei in un solo punto della città. Il quartiere ebraico viene
circondato da alte mura e c’è un solo portone d’accesso, che viene
chiuso quando il sole tramonta e viene aperto quando il sole sorge.
Nel 1492, l’anno in cui Cristoforo Colombo intraprese il viaggio che
comportò la scoperta dell’America, finanziato da banchieri ebrei, il re
di Spagna Ferdinando il Cattolico firmava un decreto mediante il quale
tutti gli Ebrei (marrani) dovevano lasciare il paese entro quattro mesi,
senz’altra alternativa all’infuori del battesimo o della morte.
Nonostante ciò gli Ebrei convertiti furono i più perseguitati dalla
Sacra Inquisizione. In duecentomila lasciarono la Spagna per rifugiarsi
soprattutto nei Paesi Bassi dove fecero la ricchezza dell’Olanda e delle
Fiandre e nel bacino Mediterraneo (ebrei Sefarditi).
Anche in Germania subirono pesanti persecuzioni: nell’anno 1348 in
Europa scoppia la peste e gli Ebrei vengono accusati di essere gli
untori. In Germania vennero massacrati duecentomila Ebrei: In seguito a
ciò, ma anche a causa del tramonto dell’usura, tipica attività riservata
agli Ebrei, molti di loro emigrano verso le pianure polacche, russe e
verso i Balcani.
A rendere possibili questi colossali massacri è certamente
l’antisemitismo, ma a determinarli, a farli effettivamente accadere, è
la superstizione, l’ignoranza e il tentativo di frenare il potere
economico di questo popolo.
A partire dalla metà dell’Ottocento si diffusero in Europa le teorie
razziste che sostenevano la superiorità della razza ariana. Queste idee
ebbero facile presa negli ambienti nazionalistici e alimentarono
l’antisemitismo già particolarmente forte nell’Europa orientale.
Ricordiamo a questo proposito i cosiddetti “pogroms”, rivolte contro gli
Ebrei che fecero da capri espiatori per il malcontento popolare, in cui
vennero distrutte centinaia di comunità ebraiche.
In Francia citiamo il caso politico-militare di Alfred Drejfus, il quale
venne ingiustamente accusato di tradimento e degradato. Soltanto in
seguito ad una grande mobilitazione dell’opinione pubblica l’ufficiale
ebreo venne scagionato da ogni accusa e ritenuto innocente.
La storia recente è nota a tutti: la lotta contro gli Ebrei in Germania
iniziò il 28 marzo 1933, quando la direzione del partito nazista emanò
un’ordinanza mediante la quale venivano stabiliti i modi e gli scopi
della campagna antisemita.
Con le leggi di Norimberga ebbe inizio la persecuzione sistematica degli
Ebrei. Esclusi dai pubblici uffici, dall’esercizio delle professioni
liberali, dal commercio e dalle banche. Agli Ebrei fu impedito di
frequentare cinema, teatri, ristoranti e furono obbligati a portare una
stella gialla cucita sui vestiti.
La campagna antisemita raggiunse il culmine nella “notte dei cristalli”,
durante la quale i nazisti distrussero negozi, incendiarono case e
sinagoghe e profanarono i cimiteri ebraici.
Nel 1938 anche in Italia furono promulgate le leggi razziali, che
emarginarono gli Ebrei dalla vita politica, sociale ed economica.
Lo sterminio degli Ebrei pianificato da Hitler nei campi di
concentramento, i cosiddetti lager, costò la vita a sei milioni di
persone.
Bibliografia:
Eugenio Saracini “Breve storia degli Ebrei e dell’antisemitismo”
Bonifazi – Dellamonica “I giorni le opere” vol 3a “Il primo Novecento” |