Goffredo


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Mercoledì 20 Dicembre 2006 noi, gli alunni della IB dell’istituto magistrale “Giosuè Carducci”,alle ore 10.10 siamo andati a S.Giusto a visitare il museo storico e di archeologia. Ci siamo andati accompagnati dalla professoressa di storia Giacomazzi. Arrivati alle ore 10.20 abbiamo sostato in uno spiazzo dove c’erano molti resti di statue e costruzioni, abbiamo aspettato ridendo e scherzando finché la professoressa non ci ha chiamato e ci ha dato i biglietti; poi abbiamo fatto una foto e siamo entrati in una sala piena di reperti archeologici.
Lì abbiamo lasciato i nostri zaini e siamo andati in un’altra sala dove abbiamo conosciuto la nostra guida il professor Paolo Grezzi, il quale studia gli antichi romani e proviene da Firenze. All’inizio ci ha spiegato che a Corinto nel 400 a.C. nasce la tecnica dei vasi neri e delle figure piene,inoltre a Corinto i vasi contenenti oli, balsami e profumi venivano esportati in tutto il Mediterraneo (soprattutto verso l’Italia meridionale e in particolare in Sicilia). I vasi della sala provengono da collezioni private di nobili famiglie,che lì avevano acquistati da commercianti vari e in seguito donati al museo mentre pochi altri sono stati ritrovati da alcuni archeologi finanziati dal museo.
Inoltre i vasi si differenziavano a causa delle figure: in alcuni sono raffigurate scene con gli animali, mentre in altri sono rappresentati gli uomini; in seguito si svilupperà il pieno naturalismo,che rappresenta uomo e animale nella stessa scena, su uno stesso vaso ed i colori diventano più intensi e vivi.
I vasi erano diffusi in tutta l’Attica e nelle colonie situate fuori dalla Grecia e nello stesso stato e la loro diffusione avviene assieme allo sviluppo della pittura,(l’argilla viene fatta decantare in vasche sovrapposte e poi messa nelle fornaci, dove il fumo presente all’interno rendeva i vasi neri, ma a volte le figure erano di colore rosso.
Ad Atene nell'età classica venivano svolte le panacee, gare sportive dove alcuni atleti gareggiavano in onore della dea Atena, protettrice della Polis; il vincitore veniva raffigurato su un vaso e premiato con l’alloro,inoltre nella stessa città venivano prodotti moltissimi vasi e ceramiche delle gare e della dea Atena oltre ai vasi comuni e poi venduti insieme da artigiani e commercianti cittadini.
I vasi inoltre erano segnati da un nome convenzionale che si dava all’artista, come ad esempio nell’Hidrya, utilizzata da una parte per versare l’acqua e dall’altra era posta la stessa acqua.
Gli uomini in quell’epoca lasciavano le mogli nel gineceo e stavano con le donnine, prostitute, ballerine che intrattenevano gli uomini anche intellettualmente. Il vaso cratere raffigura due uomini sdraiati e in mezzo a loro c’era un eterea, la quale suonava la musica; si riunivano soprattutto per discutere, anche se in qualche occasione eccedevano con l’alcol. Il vino veniva annacquato perché il vino puro veniva considerato troppo potente.
Tra i greci era diffuso il lancio della feccia del vino nelle coppe dopo il banchetto. In Italia meridionale le coppe venivano messe assieme ai vasi nelle tombe dei defunti.
 


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