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A Corinto (Grecia), dall'VII secolo a.C., comincia a diffondersi la creazione dei vasi con alcune tecniche molto ingegnose.
Questi vasi, erano molto speciali, poiché, per la prima volta vennero raffigurati gli animali.
Una tecnica molto usata per la creazione di questi vasi, era quella a figure nere (il colore che prevaleva nelle figure), il quale si ricavava dal fumo del forno che s’incollava al vaso; inoltre queste figure, si ottenevano grazie a profonde incisioni e decorazioni. Inoltre, essi venivano poi esportati nelle colonie greche, soprattutto in Italia Meridionale. Le forme che si ottenevano erano molte, e il vaso assumeva il nome in base all’utilizzo.
Per esempio, c’era l’anfora e l’oinochòe, i quali servivano per contenere il vino; le coppe, che erano delle specie di bicchieri, servivano a bere; infine l’idria (anfora), la quale era in grado di contenere tutta l’acqua.
Ad Atene, i Greci inventarono una nuova tecnica decorativa, la quale aveva lo scopo di dare molto più dinamismo alle figure, ed inoltre per la prima volta viene rappresentato l’uomo; questa tecnica veniva chiamata a figure rosse, con la quale si rappresentavano scene chiuse.
Per creare questi vasi, i pittori ed i ceramisti si riunivano insieme in un quartiere della Grecia chiamato Ceramico, dove lavoravano moltissime ore insieme e senza competizione.
Più tardi, si instaurò la tirannide (con a capo Pisistrato), la quale veniva accettata da tutti tranne che dagli aristocratici.
In seguito, Pisistrato venne cacciato ma ritornò sotto un altro nome: Ercole, il quale non durò molto perché venne sostituito da Pericle, il quale riformò l’intera aristocrazia.
Per quanto riguarda i vasi, in questo periodo si continua a raffigurare l’uomo, ma con una differenza: in posizione distesa che ascoltava una donna (Etera) che suonava il flauto.
Sempre in questo periodo si comincia ad usare la parola banchetto: essa era un luogo dio incontro dove ci si recava per stare con i propri amici, ma non solo, anche per stare con delle Etere, mentre le mogli restavano nel Gineceo.
Per evitare la noia, fu inventato un gioco molto particolare: il Cottabos, il quale consisteva nel fare girare la coppa su un dito e lanciare il fondo del vino contro un bersaglio che si trovava nel banchetto. Infine, a chi vinceva le gare veniva consegnata l’anfora Panatenaica, in cui c’erano degli oli provenienti dagli oliveti sacri di Atene.
Infine, questi vasi vennero esportati in Etruria.
 


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