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A Roma, una tredicenne di nome Giulia, di famiglia nobile, si svegliò alle
prime luci dell’alba e chiamò a gran voce la sua ancella personale,
dicendole di preparare l’acqua per il bagno.
Dopo essersi lavata e profumata, chiese all’ancella di portarle il perizoma
di lana e la sua più bella tunica, quella color porpora, poiché più tardi si
sarebbe recata con i genitori nel foro romano.
Ritornò in camera sua e indossò la sua collana d’oro e di smeraldi.
L’ancella la pettinò e le fermò i capelli con uno spillone d’argento. Poi le
passò sul viso e sulle braccia la polvere di gesso, poiché era di moda
apparire più pallide possibili, e sulle labbra e sulle guance i fondi del
vino per colorarle di rosso.
Indossò i sandali, e dopo un’ultima occhiata allo specchio, si diresse nel
triclinio a consumare la colazione.
Il triclinio era la sala da pranzo che prendeva nome dai 3 letti posti per
mangiare sdraiati.
Dopo una colazione costituita da pane, datteri e miele, la famiglia uscì e
si avviò verso il foro.
Mentre il padre Licinio parlava con l’amico Vitruvio, padre dell’amica
Silvia, la madre e Giulia passeggiavano per la piazza. Ad un tratto Giulia
vide Silvia, l’amica dell’infanzia da lontano e le corse incontro. Si
salutarono e cominciarono a chiacchierare sul fatto che nessuna delle due
avesse già trovato un futuro marito.
In quell’istante si avvicinò il fratello di Silvia, Gaio, un giovane
generale romano e Giulia lo guardò con ammirazione: lui ricambiò lo sguardo.
Le famiglie delle rispettive amiche, si recarono nella domus di Silvia e
pranzarono assieme.
Giulia sbocconcellò qualche pezzo di carne accompagnato da un po’ di vino:
durante tutta la durata del pasto notò che Gaio la osservava affascinato.
Dopo pranzo, mentre lei, Silvia e Mario giocavano a palla, vide che Gaio
parlava concitatamente con i genitori, Licinio e Vitruvio, indicandola
timidamente. Aveva un presentimento.
Nel pomeriggio si recarono tutti alle terme e passarono lì la fine della
giornata. Verso sera andarono a casa d Giulia, per la cena. La cena
consisteva in 3 portate. Nella prima c’erano insalata, funghi, molluschi e
uova accompagnati da vino addolcito con miele. La seconda conteneva frutta,
noci e dolci di miele, infine la terza, la più importante, consisteva in 7
piatti diversi di carne, pesce e selvaggina serviti con legumi.
Mentre cenavano. Licinio si alzò e, dopo aver intimato silenzio, proclamò a
gran voce che Gaio aveva chiesto la mano di Giulia. Il suo presentimento era
giusto! Così intanto che i genitori discutevano della dote, lei e Silvia
parlavano eccitate all’idea di diventare cognate.
A notte inoltrata gli ospiti si recarono alla propria casa e Giulia andò a
letto sognante e felice.
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