titolo: Il carnevale

un carnevale di qualche anno fa

"Oggi semo e doman no' semo".
Su queste parole affonda lo spirito del servolano che ha dato vita ad un carnevale "atipico", specialmente nella sua conclusione che avviene il primo giorno di quaresima con la celebrazione del funerale.
Una sorta di atto di ribellione, un breve rimpianto per l'avvicinarsi dei momenti di serietà, ma senza sottrarvisi.
Nei primi anni del 1800 il carnevale di Servola era così conosciuto ed amato da richiamare gente da ogni dove; questa arrivava in particolare il mercoledì delle Ceneri in carrozza o minuscole "gripizze" o giardiniere (omnibus a due o quattro cavalli).
La collina ed i suoi pendii brulicavano di persone ed ogni anfratto veniva trasformato in occasione di convivio.
Il protagonista di quest'ultimo era il vino, in particolare quello servolano, innanzi al quale ogni differenza di classe cessava d'esistere.
Il cibo non era da meno; non veniva osservato il digiuno ma gli eccessi del giorno precedente venivano stemperati.
Vi erano le grancevole, le ostriche, le sardelle salate, acciughe, formaggi, qualche "fritola" (fritelle triestine), la "burola" (una ciambella a cerchio, spolverata di zucchero) e il "salta in panza" (una focaccia cilindrica).
Nel periodo fra le due guerre il carnevale con le sue allegre manifestazioni venne proibito ma, nel secondo dopoguerra, ebbe la sua rinascita.
Naturalmente i mezzi e le disponibilità erano poche ma erano sufficienti
uno scolapasta ed un lenzuolo con i fori per gli occhi per divertirsi.
E' da ricordare inoltre, che a differenza di altri carnevali, in quello servolano protagoniste sono sempre state le maschere tipiche, non lo sfarzo.
Tra il '54 ed il '56, quando il carnervale a Trieste era morente, i servolani apportarono alla città nuova linfa, con il loro estro e le sfilate.
Era l'epoca dei carri allegorici, di cui i migliori sotto l'aspetto costruttivo furono quelli realizzati da Mario Sancin.
Con il passare degli anni crebbe, parallelamente al benessere, anche la fattura del vestiario ed emersero, negli anni '70, i gruppi.
Questi ultimi sorsero perche' in gruppo ci si diverte di piu', ci si puo' appoggiare sia moralmente che... fisicamente, nel caso si abbia esagerato con il vino!
Da sei anni è l'Associazione Servola Insieme ad organizzare il carnevale, in nome di quel rapporto interiore e particolare tra quest'ultimo e Servola.
E' proprio la segretaria di questa associazione, Marta Sommariva, a raccontarci come era in passato il carnevale e cosa si sta facendo per riportare in auge questa importante festa popolare, nella sezione Marta racconta.

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