titolo: Marta racconta


C'è un po' di rimpianto nelle parole di Marta, segretaria dell'Associazione Servola Insieme e promotrice del carnevale '98, nell'ammettere che questa festa oggi è vissuta con meno intensità di una volta, quando era una delle poche occasioni per ritrovarsi e spendere insieme quei pochi soldi che si erano messi da parte per questa festa. La settimana grassa era un momento di aggregazione, nella quale si lavorava tutti assieme senza necessariamente conoscersi a fondo: l'importante era divertirsi. Una volta dismessi i costumi, si tornava ad essere dei perfetti sconosciuti: capitava infatti di incontrare per strada il complice di tante baldorie e di non riconoscerlo neppure!

la banda Ricorda che suo padre, gelataio, offriva il gelato gratis a tutti i bambini; che le osterie dei dintorni, molto più spaziose di quelle odierne, durante quei giorni si trasformavano, adattandosi allo spirito del carnevale: si cucinavano i piatti tipici, si lasciava che le bande musicali facessero irruzione nel
locale, suonando e appropriandosi degli spazi... oltre che dei clienti.
Purtroppo oggi il carnevale, quello vero, quello che prendeva vita tra le vie del rione, deve fare i conti con la dura concorrenza dei mille luoghi di ritrovo di cui le nuove generazioni possono godere e che offrono divertimento per 365 giorni all'anno.
Per risvegliare questo spirito carnevalesco, che va un po' spegnendosi, oggi si punta soprattutto sui più giovani, coinvolgendo le scuole materne ed elementari del rione, che si sono assunte di buon grado il compito di tramandare le vecchie tradizioni. Insegnando come una volta il carnevale nasceva con pochi ed umili mezzi, come un semplice pezzo di carta o un cartone, ma con tanta fantasia e un forte spirito di gruppo, si vuole restituire alla maschera il suo ruolo di protagonista del carnevale servolano, dove conta di più una battuta o una macchietta che la ricchezza dei costumi o la maestosità dei carri allegorici.
Sulla spinta dell'entusiasmo di questa iniziativa, alle scuole italiane e slovene del rione si sono aggiunte via via anche alcune dei rioni limitrofi.
Servola tutta ha risposto bene: i negozianti come i privati si danno un gran daffare, raccogliendo tutto quanto può essere utile per premiare i bambini; quello che non viene donato, lo si compra, ma, alla fine, l'importante è che tutti riceveranno un premio.

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