la vedova con il fantoccio titolo: Il funerale

Il funerale del Carnevale è la manifestazione che con gli anni non ha avuto cambiamenti e segue una tradizione che si perde nel tempo, sempre tutta basata sulle capacità istrioniche degli attori principali. In realtà a Servola il nuovo anno comincia proprio da questa "cerimonia" liberatoria, in cui si brucia simbolicamente il passato e si attende con fiducia il futuro.
La mattina del mercoledì delle Ceneri, il

feretro con il pupazzo viene esposto al pubblico, ma solo verso le 16 i vari personaggi del corteo si ritrovano per dar vita alla cerimonia: la vedova, le amanti e gli orfani.
La vedova è da sempre il fulcro di tutto lo spettacolo, quella che detta i tempi per le varie gags. Ancora oggi fra vedove e amanti c'è una certa gerarchia, per permettere ai più giovani di imparare da coloro che hanno maggiore esperienza.
Ecco che cominciano i primi battibecchi e le prime baruffe tra la vedova e le amanti, personaggi maschili travestiti. La vedova è proprio il più anziano per numero di carnevali a cui ha partecipato ed è "lei" che dirige la sceneggiata e stabilisce le soste del corteo per i ristori presso le varie trattorie e locali lungo tutto il percorso, che si snoda lungo le vie di Servola, Banelli, Roncheto, Giacomelli, Soncini, per poi scendere per la via Giardini e la via Pitacco, fino al campetto in prossimità di via S. Lorenzo in Selva.
il feretro In testa c'è la banda, quindi il feretro sorretto da quattro portantini e attorniato dalle lanterne, segue la vedova con i figli che la sorreggono, la aiutano a rialzarsi dopo gli svenimenti e che le fanno da spalla nelle varie gags. Quindi ci sono le amanti con i loro stuoli di figli. Lungo il percorso è tutto un susseguirsi di urla, pianti e mancamenti vari, fino a giungere sul luogo del rogo: si dà fuoco al
fantoccio, mentre la banda suona marcette triestine e i personaggi si lanciano in uno sfrenato girotondo.
E, un po' per il fumo, un po' per la stanchezza e le abbondandi libagioni, gli occhi si riempiono di lacrime: è l'addio di tutto un paese ad un anno vissuto insieme, da qui incomincia un nuovo ciclo, con il pensiero che, in fondo, al prossimo carnevale mancano soltanto 350 giorni...

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Fonti: "Lalo, un uomo per Servola" di Ruggero Paghi, Ed. Il Murice;
Mostra fotografica tenutasi nel mese di febbraio presso il Circolo Ferriera di Trieste.
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