Tratto da Baldi, Giusso,
Razetti, Zaccaria (a cura di), Dal testo alla storia, dalla storia al testo,
Torino, Paravia, 1994, vol. II, t. II, pp. 120-123.
Cap. XLIV
Bacile o elmo? Bacielmo
(...)
Intanto i clienti avevano fatto pace col locandiere, e, persuasi più dalle
buone ragioni di Don Chisciotte che dalle minacce, gli avevano pagato il
conto; mentre, da parte loro, i servitori di don Luigi aspettavano la fine
della conversazione con l'uditore e la decisione del loro padrone. Il
diavolo, però che non dorme mai, volle che proprio in quel momento entrasse
nella locanda il barbiere a cui Don Chisciotte aveva tolto l'elmo di
Mambrino e Sancio Pancia il basto e i finimenti dell'asino, cambiandoli con
quelli del suo. Questo barbiere, portato il suo giumento alla stalla, vide
Sancio Pancia che stava aggiustando qualcosa del basto; e, come lo vide,
subito lo riconobbe, e non esitò quindi a scaglia glisi addosso, gridando:
- Ah, vi ho preso, signor ladrone! Datemi qua il mio bacile, il mio basto e
tutti i finimenti che m'avete rubato!
Sancio, che si vide assalire così all'improvviso e sentì gli insulti che gli
dicevano, mentre con una mano teneva stretto il basto, con l'altra diede al
barbiere un tal cazzotto che gli bagnò i denti di sangue; ma non per questo
il barbiere allentò la sua presa sul basto, anzi alzò la voce a tal punto
che tutti quelli che erano nella locanda accorsero al chiasso dell'alterco.
E diceva:
- Accorrete, in nome del Re e della Giustizia! Che, oltre a prendermi i miei
beni, questo ladrone e brigante di strada mi vuole anche ammazzare!
- Mentite! - rispose Sancio. - Io non sono un brigante di strada; questo
bottino lo ha guadagnato lealmente in battaglia il mio signore Don
Chisciotte.
Don Chisciotte già si trovava presente, molto lieto di vedere come si
difendesse ed offendesse bene il suo scudiero; a tal punto che da allora in
poi lo considerò come uomo di merito, non solo, ma si propose, in cuor suo,
di armarlo cavaliere alla prima occasione che si fosse offerta, sembrandogli
ben impiegato in lui l'ordine della cavalleria. Fra le altre cose, nel corso
dell'alterco, il barbiere ebbe a dire anche questo:
- Signori, questo basto è mio come mia è la morte che devo al Signore, e lo
conosco tanto bene come se l'avessi partorito; e lì nella stalla c'è il mio
asino che non mi farà sbugiardare; e se no, metteteglielo addosso, e se non
gli andrà a pennello, io resterò con l'infamia. Ma c'è di più: lo stesso
giorno che me lo portarono via mi portarono via anche un bacile d'ottone,
nuovo nuovo, neanche inaugurato, che costava la bellezza di uno scudo.
A questo punto, Don Chisciotte non poté trattenersi dal rispondere. Messosi
quindi tra i due per separarli, e depositando il basto per terra, perché lì
stesse in vista finché non fosse accertata la verità, disse:
- Perché vedano le signorie vostre, chiaramente e manifestamente l'errore in
cui incorre questo buon scudiero, che chiama bacile ciò che fu, è e sarà
l'elmo di Mambrino, ch'io gli tolsi lealmente in battaglia, e di cui mi feci
signore con legittimo e lecito possesso! Per quanto concerne il basto, non
mi intrometto. Quel che posso dire è che il mio scudiero Sancio mi chiese
licenza di togliere la sella al cavallo di questo vinto codardo per adornare
il suo; licenza che io gli concessi e che egli, quindi, si prese. Circa il
fatto, poi, dell'essersi mutata in basto la sella, io non saprei dare se non
la solita spiegazione, e cioè che tali metamorfosi son solite accadere nelle
avventure cavalleresche. Ma, per confermare quanto detto, corri, caro Sancio,
e porta qui l'elmo che questo buon uomo chiama bacile.
- Perdinci, signore, - esclamò Sancio, - se a nostro favore non abbiamo
altra prova di quella che vossignoria dice, tanto è bacile, allora, l'elmo
di Malino, come la sella di questo buon uomo è un basto!
- Fa' ciò che ti ordino, - replicò Don Chisciotte, - perché non tutte le
cose di questo castello potranno avvenire per incantesimo.
Sancio andò dove si trovava il bacile e lo portò; e appena Don Chisciotte lo
vide, lo prese tra le mani e disse:
- Guardino, le signorie vostre, con che faccia questo scudiero pretende
affermare che questo è un bacile e non l'elmo che io ho detto. E giuro, per
l'ordine della cavalleria che professo, che quest'elmo è lo stesso ch'io gli
tolsi, senza nulla avergli aggiunto o levato.
- Su questo punto non c'è dubbio, - disse allora Sancio, - perché da quando
il mio signore lo conquistò fino ad oggi, non ci ha fatto più di una
battaglia, quando cioè, liberò quegli infelici incatenati; e se non fosse
stato per questo bacielmo, se la sarebbe vista brutta, perché non furono
poche le sassate che piovvero quella volta.
(...)
Cap. XLV
Dove si giunge a chiarire il
dubbio sull'elmo di Mambrino e sul basto, e altri avvenimenti veramente
accaduti.
- Che ne pensano lor signori,
- domandò il barbiere, - di quanto dicono questi gentiluomini, che affermano
non si tratti di un bacile, ma di un elmo?
- E a chi sostenesse il contrario, - disse Don Chisciotte, - io dimostrerò
che mente se cavaliere, e, se è scudiero, che mente mille volte.
Il nostro barbiere che era stato presente a tutto, ben conoscendo l'umore di
Don Chisciotte, volle incoraggiarne la stranezza e prolungare lo scherzo
affinché tutti potessero riderne; e, così, rivolgendosi all'altro barbiere,
disse:
- Signor barbiere, chiunque voi siate, sappiate che anch'io sono del
mestiere, e ne ho licenza da più di vent'anni; ben conosco quindi tutti gli
strumenti della nostra arte, nessuno escluso. Ma in gioventù sono stato
soldato e so com'è un elmo, che cos'è un morrione, una celata a incastro e
che cosa sono gli altri attrezzi della milizia, e in genere mi è noto ogni
tipo di arma militare. Perciò vi assicuro, salvo più autorevole opinione, e
sempre pronto a ricredermi di fronte a chi ne sa più di me, che l'oggetto
che abbiamo innanzi, nelle mani di questo galantuomo, non solo non è un
bacile da barbiere, ma è così diverso, come lo possono essere il bianco dal
nero, e il vero dal falso. E aggiungo inoltre che, pur essendo un elmo, non
è un elmo completo.
- No di certo, - disse Don Chisciotte, - gliene manca metà e cioè la
gorgiera.
- È proprio così! - disse il curato, che già aveva capito le intenzioni del
suo amico barbiere.
Anche Cardenio, Don Fernando e i suoi compagni furono d'accordo, e perfino
l'uditore avrebbe preso parte alla burla, se la preoccupazione dell'affare
di don Luigi non l'avesse tenuto tanto assorto e pensieroso, da impedirgli
di prestare attenzione allo scherzo.
- Che Dio m'aiuti! - esclamò allora il barbiere burlato. - È mai possibile
che tante persone onorate dicano che questo non è un bacile ma un elmo?
Questo è un caso che potrebbe sbalordire un'intera Università, per quanto
possa essere composta di uomini sapienti. Insomma, se questa bacinella è un
elmo, allora anche il basto ha da essere una sella da cavallo, come dice
questo signore.
- A me sembra un basto, - disse Don Chisciotte, - ma su questo, come dicevo,
non mi pronuncio.
- Nessuno meglio del signor Don Chisciotte può dire se sia sella o basto, -
intervenne il curato; - tutti i presenti ed io riconosciamo volentieri la
sua superiorità in questioni di cavalleria.
-Dio m'aiuti, signori miei, - rispose Don Chisciotte, - sono tante e così
straordinarie le vicende che mi sono successe in questo castello, le due
volte in cui vi ho alloggiato, che non oserei affermare nulla di quanto mi
venisse domandato su ciò che in esso avviene, perché credo che quanto vi
capita sia opera di magia. La prima volta soffrii molte pene a causa di un
moro incantato, che vi abita; e pure Sancio ebbe più di un fastidio, venendo
alle prese con dei suoi compagni. Stanotte, poi, rimasi appeso per questo
braccio quasi due ore, senza sapere né perché ne come fossi incappato in
quella disgrazia. Cosicché, qualora esprimessi la mia opinione su cose tanto
confuse, rischierei di dare un giudizio temerario. Ma, per quel che riguarda
la questione se questo sia un elmo o un bacile, ho già risposto, mentre
relativamente al fatto che questo sia un basto o una sella, non oso
esprimere un parere definitivo: mi affido al buon senso delle Signorie
Vostre. E forse, per il fatto che voi, signori, non siete stati armati
cavalieri come me, non fanno presa su di voi le magie di questo posto,
sicché, avendo libero l'intelletto, potrete giudicare le cose di questo
castello come sono realmente e veramente, e non come paiono a me.
-Non c'è dubbio, come ha detto molto bene il signor Don Chisciotte, -
intervenne a questo punto Don Fernando, - che tocca a noi il giudizio
definitivo su questo caso. E, perché esso abbia più fondamento, raccoglierò
in segreto i voti di questi signori, e vi riferirò poi, in modo chiaro e
completo, il risultato.
(...)
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