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MIGUEL DE CERVANTES
DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA
Bacile o elmo? Bacielmo

Tratto da Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria (a cura di), Dal testo alla storia, dalla storia al testo, Torino, Paravia, 1994, vol. II, t. II, pp. 120-123.

Cap. XLIV
Bacile o elmo? Bacielmo

(...)
Intanto i clienti avevano fatto pace col locandiere, e, persuasi più dalle buone ragioni di Don Chisciotte che dalle minacce, gli avevano pagato il conto; mentre, da parte loro, i servitori di don Luigi aspettavano la fine della conversazione con l'uditore e la decisione del loro padrone. Il diavolo, però che non dorme mai, volle che proprio in quel momento entrasse nella locanda il barbiere a cui Don Chisciotte aveva tolto l'elmo di Mambrino e Sancio Pancia il basto e i finimenti dell'asino, cambiandoli con quelli del suo. Questo barbiere, portato il suo giumento alla stalla, vide Sancio Pancia che stava aggiustando qualcosa del basto; e, come lo vide, subito lo riconobbe, e non esitò quindi a scaglia glisi addosso, gridando:
- Ah, vi ho preso, signor ladrone! Datemi qua il mio bacile, il mio basto e tutti i finimenti che m'avete rubato!
Sancio, che si vide assalire così all'improvviso e sentì gli insulti che gli dicevano, mentre con una mano teneva stretto il basto, con l'altra diede al barbiere un tal cazzotto che gli bagnò i denti di sangue; ma non per questo il barbiere allentò la sua presa sul basto, anzi alzò la voce a tal punto che tutti quelli che erano nella locanda accorsero al chiasso dell'alterco. E diceva:
- Accorrete, in nome del Re e della Giustizia! Che, oltre a prendermi i miei beni, questo ladrone e brigante di strada mi vuole anche ammazzare!
- Mentite! - rispose Sancio. - Io non sono un brigante di strada; questo bottino lo ha guadagnato lealmente in battaglia il mio signore Don Chisciotte.
Don Chisciotte già si trovava presente, molto lieto di vedere come si difendesse ed offendesse bene il suo scudiero; a tal punto che da allora in poi lo considerò come uomo di merito, non solo, ma si propose, in cuor suo, di armarlo cavaliere alla prima occasione che si fosse offerta, sembrandogli ben impiegato in lui l'ordine della cavalleria. Fra le altre cose, nel corso dell'alterco, il barbiere ebbe a dire anche questo:
- Signori, questo basto è mio come mia è la morte che devo al Signore, e lo conosco tanto bene come se l'avessi partorito; e lì nella stalla c'è il mio asino che non mi farà sbugiardare; e se no, metteteglielo addosso, e se non gli andrà a pennello, io resterò con l'infamia. Ma c'è di più: lo stesso giorno che me lo portarono via mi portarono via anche un bacile d'ottone, nuovo nuovo, neanche inaugurato, che costava la bellezza di uno scudo.
A questo punto, Don Chisciotte non poté trattenersi dal rispondere. Messosi quindi tra i due per separarli, e depositando il basto per terra, perché lì stesse in vista finché non fosse accertata la verità, disse:
- Perché vedano le signorie vostre, chiaramente e manifestamente l'errore in cui incorre questo buon scudiero, che chiama bacile ciò che fu, è e sarà l'elmo di Mambrino, ch'io gli tolsi lealmente in battaglia, e di cui mi feci signore con legittimo e lecito possesso! Per quanto concerne il basto, non mi intrometto. Quel che posso dire è che il mio scudiero Sancio mi chiese licenza di togliere la sella al cavallo di questo vinto codardo per adornare il suo; licenza che io gli concessi e che egli, quindi, si prese. Circa il fatto, poi, dell'essersi mutata in basto la sella, io non saprei dare se non la solita spiegazione, e cioè che tali metamorfosi son solite accadere nelle avventure cavalleresche. Ma, per confermare quanto detto, corri, caro Sancio, e porta qui l'elmo che questo buon uomo chiama bacile.
- Perdinci, signore, - esclamò Sancio, - se a nostro favore non abbiamo altra prova di quella che vossignoria dice, tanto è bacile, allora, l'elmo di Malino, come la sella di questo buon uomo è un basto!
- Fa' ciò che ti ordino, - replicò Don Chisciotte, - perché non tutte le cose di questo castello potranno avvenire per incantesimo.
Sancio andò dove si trovava il bacile e lo portò; e appena Don Chisciotte lo vide, lo prese tra le mani e disse:
- Guardino, le signorie vostre, con che faccia questo scudiero pretende affermare che questo è un bacile e non l'elmo che io ho detto. E giuro, per l'ordine della cavalleria che professo, che quest'elmo è lo stesso ch'io gli tolsi, senza nulla avergli aggiunto o levato.
- Su questo punto non c'è dubbio, - disse allora Sancio, - perché da quando il mio signore lo conquistò fino ad oggi, non ci ha fatto più di una battaglia, quando cioè, liberò quegli infelici incatenati; e se non fosse stato per questo bacielmo, se la sarebbe vista brutta, perché non furono poche le sassate che piovvero quella volta.
(...)


Cap. XLV

Dove si giunge a chiarire il dubbio sull'elmo di Mambrino e sul basto, e altri avvenimenti veramente accaduti.

- Che ne pensano lor signori, - domandò il barbiere, - di quanto dicono questi gentiluomini, che affermano non si tratti di un bacile, ma di un elmo?
- E a chi sostenesse il contrario, - disse Don Chisciotte, - io dimostrerò che mente se cavaliere, e, se è scudiero, che mente mille volte.
Il nostro barbiere che era stato presente a tutto, ben conoscendo l'umore di Don Chisciotte, volle incoraggiarne la stranezza e prolungare lo scherzo affinché tutti potessero riderne; e, così, rivolgendosi all'altro barbiere, disse:
- Signor barbiere, chiunque voi siate, sappiate che anch'io sono del mestiere, e ne ho licenza da più di vent'anni; ben conosco quindi tutti gli strumenti della nostra arte, nessuno escluso. Ma in gioventù sono stato soldato e so com'è un elmo, che cos'è un morrione, una celata a incastro e che cosa sono gli altri attrezzi della milizia, e in genere mi è noto ogni tipo di arma militare. Perciò vi assicuro, salvo più autorevole opinione, e sempre pronto a ricredermi di fronte a chi ne sa più di me, che l'oggetto che abbiamo innanzi, nelle mani di questo galantuomo, non solo non è un bacile da barbiere, ma è così diverso, come lo possono essere il bianco dal nero, e il vero dal falso. E aggiungo inoltre che, pur essendo un elmo, non è un elmo completo.
- No di certo, - disse Don Chisciotte, - gliene manca metà e cioè la gorgiera.
- È proprio così! - disse il curato, che già aveva capito le intenzioni del suo amico barbiere.
Anche Cardenio, Don Fernando e i suoi compagni furono d'accordo, e perfino l'uditore avrebbe preso parte alla burla, se la preoccupazione dell'affare di don Luigi non l'avesse tenuto tanto assorto e pensieroso, da impedirgli di prestare attenzione allo scherzo.
- Che Dio m'aiuti! - esclamò allora il barbiere burlato. - È mai possibile che tante persone onorate dicano che questo non è un bacile ma un elmo? Questo è un caso che potrebbe sbalordire un'intera Università, per quanto possa essere composta di uomini sapienti. Insomma, se questa bacinella è un elmo, allora anche il basto ha da essere una sella da cavallo, come dice questo signore.
- A me sembra un basto, - disse Don Chisciotte, - ma su questo, come dicevo, non mi pronuncio.
- Nessuno meglio del signor Don Chisciotte può dire se sia sella o basto, - intervenne il curato; - tutti i presenti ed io riconosciamo volentieri la sua superiorità in questioni di cavalleria.
-Dio m'aiuti, signori miei, - rispose Don Chisciotte, - sono tante e così straordinarie le vicende che mi sono successe in questo castello, le due volte in cui vi ho alloggiato, che non oserei affermare nulla di quanto mi venisse domandato su ciò che in esso avviene, perché credo che quanto vi capita sia opera di magia. La prima volta soffrii molte pene a causa di un moro incantato, che vi abita; e pure Sancio ebbe più di un fastidio, venendo alle prese con dei suoi compagni. Stanotte, poi, rimasi appeso per questo braccio quasi due ore, senza sapere né perché ne come fossi incappato in quella disgrazia. Cosicché, qualora esprimessi la mia opinione su cose tanto confuse, rischierei di dare un giudizio temerario. Ma, per quel che riguarda la questione se questo sia un elmo o un bacile, ho già risposto, mentre relativamente al fatto che questo sia un basto o una sella, non oso esprimere un parere definitivo: mi affido al buon senso delle Signorie Vostre. E forse, per il fatto che voi, signori, non siete stati armati cavalieri come me, non fanno presa su di voi le magie di questo posto, sicché, avendo libero l'intelletto, potrete giudicare le cose di questo castello come sono realmente e veramente, e non come paiono a me.
-Non c'è dubbio, come ha detto molto bene il signor Don Chisciotte, - intervenne a questo punto Don Fernando, - che tocca a noi il giudizio definitivo su questo caso. E, perché esso abbia più fondamento, raccoglierò in segreto i voti di questi signori, e vi riferirò poi, in modo chiaro e completo, il risultato.
(...)