Il
sogno
Fin
dalle epoche più remote l'uomo ha cercato di spiegare tramite la
ragione le manifestazioni della natura e quelle legate alle proprie
sensazioni psico-fisiche per poter dare una risposta all'oscuro
interrogativo che da sempre lo tormenta: quello della vita e della
morte. L'incognita del futuro ed il pensiero della fine, certa per
tutti, faceva sì che ogni evento, anche quello apparentemente più
semplice, come il sogno, fosse considerato come un segno da
interpretare. La prima spiegazione che venne data al sogno fu che si
trattasse di un messaggio, di solito profetico, all'uomo della
volontà degli dei, e che esso ci venisse recapitato per mezzo della
nostra anima, la quale durante il sonno restava in attività. Quest'opinione
era condivisa anche da Cicerone, che nel suo "Somnium
Scipionis", racconta di come Scipione Emiliano, influenzato dai
discorsi fatti con il re Massinissa a proposito del nonno, la notte
stessa lo vide in sogno mentre gli profetizzava le tappe
fondamentali della sua carriera politico-militare dall'alto della
via Lattea. Nel corso dei secoli, ogni cultura e sistema
sociale, ha cercato di integrare questo fenomeno, il quale tuttavia
è rimasto per l'uomo un evento inspiegabile e misterioso sino
all'avvento di Freud. Egli lo colloca, infatti, tra i
fenomeni più importanti della vita psichica e, proprio perché a suo
avviso espressione diretta dell'inconscio, crea un metodo
interpretativo tale da consentire l'accesso a questa regione della
psiche fino ad allora inesplorata. La scoperta dell'inconscio segna
l'atto di nascita della psicoanalisi, e "L'interpretazione dei
sogni" può essere considerata il vero e proprio manifesto di
questa nuova disciplina cha ha finito per influenzare in modo
notevole tutta la cultura del ventesimo secolo. L'analisi che il
medico viennese mise in atto sulla propria persona e sul materiale
che i suoi stessi sogni gli offrivano, fu presa ad esempio da Italo
Svevo nel suo terzo romanzo: "La coscienza di Zeno",
destinato anch'esso al silenzio come i precedenti, se non fosse per
l'intervento dell'amico James Joyce, con il quale Svevo condivise
quell'inquietudine dell'uomo moderno piegato sull'esplorazione del
proprio io interiore, ma non l'originale tecnica stilistica che
caratterizza l' "Ulisse" joyciano. E sempre da Freud i
pittori che diedero vita al Surrealismo, presero il sogno come
elemento che permise loro di scandagliare e di far affiorare
l'inconscio.Tra i Surrealisti quello che ha spiccato di più è stato
senz'altro Salvador Dalì, che, in occasione del loro unico
incontro a Londra nel 1938, ha dato prova a Freud di essere davvero
uno dei suoi migliori discepoli. |

Sogno causato dal
volo di un'ape intorno a una melagrana,un attimo prima del
risveglio, Salvador Dalì (1944)
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