Le
orde di turisti che colonizzano località
balneari, deserti, foreste e città di tutto il mondo sono i milioni di
pronipoti di quel Thomas Cook a cui si deve l'invenzione del turismo di
massa.
Dal
viaggio in treno da Leicester a Loghborough (UK) nasce il diario di bordo
del periodo 1728-1779 che darà origine al Viaggio intorno al mondo di
James Cook. Intuizione geniale quanto
sventurata si affianca alla moda del Gran Tour, esperienza formativa
irrinunciabile e appannaggio di nobili e intellettuali, affermatasi in
Europa verso la metà del Settecento. Pioniere del viaggio di gruppo, Thomas
Cook riuscì soprattutto nell'impresa di rendere accessibile alle classi meno
abbienti dell' Inghilterra vittoriana, abbrutite e sfiancate dalla
rivoluzione industriale e capitalistica, inclini al gin e alla birra, di
evadere sia pur per breve tempo dal clima nazionale. Una missione, la sua,
apparentemente sincera e altruista, degna di un semplice tipografo e
battista di confessione quale egli era, che in breve tempo però diede vita
ad un impero turistico parallelo a quello britannico.
Ciò che Thomas Cook non avrebbe mai immaginato sono gli sviluppi e l'impatto
sulla cultura, la società e l'ambiente che la sua intuizione avrebbe
generato con il passare del tempo, l'espansione e la trasformazione di
un'idea, il viaggio tutto compreso, in un'industria su cui non tramonta mai
il sole. Chissà se oggi il buon Thomas Cook sarebbe felice di vedere che il
suo disegno di elargire viaggi modesti e spartani agli escursionisti del suo
tempo e a sparute comitive di lavoratori pallidi, emaciati e col penny
contato, è approdato a esiti ben diversi da quelli auspicati. E chissà come
fremerebbe nella tomba il profetico "santo patrono del viaggio organizzato"
se avesse notizia che proprio quei suoi primi connazionali sarebbero
diventati le avanguardie delle future orde dei dannati delle vacanze "tutto
compreso".
Maurizio Torretti |