IL PALAZZO INCANTATO
In un
tempo che verrà, nel 3000 d.C., sul pianeta Marte , c’era un re molto
importante e potente, che aveva un figlio di nome Federico. Federico era
molto appassionato per i pianeti e le costellazioni, quindi passava interi
giorni nel suo laboratorio astronomico ad informarsi sui nuovi satelliti e i
progressi fatti dai marziani, sulle esplorazioni dei vari pianeti. Passava
la maggior parte del tempo sul suo computer ultimo modello.
Le uniche volte che usciva dalla sua grandiosa astronave, era per fare delle
passeggiate nel giardino, nel quale c’erano vari frammenti di diverse
meteoriti.
Un giorno il cacciatore della famiglia reale, nonché vecchio amico
d’infanzia del principe Federico, chiese al re se poteva fargli visita. Il
re gli diede il permesso.
IL cacciatore parlò a Federico di caccia, questo argomento gli interessò
molto.
Il giorno seguente, chiese a suo padre se poteva andare a caccia, per non
destare sospetto , gli disse che l’aveva incuriosito un articolo che aveva
letto su internet. Il re gli diede il permesso e lo affidò al cacciatore
della loro famiglia. La mattina prepararono le moto volanti e s’addentrarono
nella foresta. Su Marte si cacciava della selvaggina particolare, cioè delle
bestie verdi con lunghe antenne.
Federico non aveva ancora cacciato alcuna bestia, nonostante avesse mezzi
tecnologici. Avvistò una specie di leprotto (anch’esso verde), questa poteva
essere la volta buona, ma purtroppo il leprotto, saltellando di qua e di là,
scansava la presa di Federico, lui non si arrendeva e continuava a provare a
prenderlo. Dopo un po’ s’accorse di essersi addentrato un po’ troppo nella
foresta, il navigatore satellitare, incorporato alla moto, non funzionava
perché era andato troppo lontano e a causa di campi magnetici non c’era il
segnale. All’improvviso apparve un’enorme navicella. Vi entrò dentro e vide
una sala, riscaldata all’angolo da una fontanella di lava incandescente che
emanava un forte calore. In mezzo c’era una tavola imbandita di cibo,
apparecchiato per due. In quel momento entrò una regina seguita da dodici
marziane. La regina aveva il volto coperto da un velo, silenziosa iniziò a
mangiare, quando ebbero finito entrarono in una stanza dove riposarono. Il
mattino seguente Federico montò sulla sua moto volante e cercò di trovare la
strada di ritorno; non la trovò e al ritorno riapparve l’enorme navicella.
Riaccaddero le cose del giorno prima. Ma l’indomani mentre volava nella
foresta, trovò il cacciatore, e insieme tornarono nell’astronave.
Federico, da quando era tornato, era cambiato, non riusciva a dimenticare la
bella marziana. La madre gli consigliò di andare un'altra volta da lei, e
con uno stratagemma cercare di levarle via il velo che copriva il suo volto.
Così fece, ma la regina gli disse che facendo così non l’avrebbe potuta
sposare, ma doveva andare prima su Giove per otto giorni e poi su Saturno,
dove sarebbe stata messa in palio ad un torneo, gli rivelò anche che era la
regina di Venere. In quel momento sparirono sia il castello, che la regina,
Federico tornò a casa e poi si diresse verso Giove assieme al cacciatore.
Arrivati su Giove, alloggiarono in un’astronave, e chiesero informazioni su
dove si trovasse la regina. La padrona gli indicò dove si trovava e disse
anche che ogni pomeriggio passeggiava in pubblico.
La figlia della padrona, s’innamorò subito di Federico e sapendo che lui era
innamorato della regina, decise di ostacolarlo mettendo del forte sonnifero
nel cibo, in modo da non farli incontrare. Ogni volta la regina lo trovava
addormentato e tutte le tre volte che lo vide, gli lasciò tre oggetti, cioè
un diamante, una ciocca di capelli e un fazzoletto, dei quali s’impossesso
un povero gioviano che però alla fine glieli diede a Federico. L’eremita gli
spiegò che era stata la figlia della padrona ad appiopparlo, e gli disse di
andare su Saturno, dove la regina sarebbe stata giocata in un torneo. Quando
si recò lì, riuscì appena in tempo ad iscriversi per la gara, sotto falso
nome. Erano arrivati guerrieri da tutti i pianeti, per contendersi la
regina. Avevano delle spade laser molto taglienti e potenti.
Federico, con il viso coperto dalla visiera vinse il primo giorno con il
diamante, nel manico della spada, questo diamante, infatti, sprigionava una
potente energia che rendeva la spada più potente; vinse il secondo giorno
con la ciocca di capelli che rendeva la spada più leggera e meglio
manovrabile; infine vinse anche il terzo giorno con un fazzoletto, in modo
da potenziare la spada nella difesa. Tutti i contendenti cascarono a terra,
fino a quando rimase solo. Fu lui il vincitore e fu lui a sposare la regina
di Venere, insieme vissero felici e contenti.
JACK
C’era
una volta, un bambino molto sciocco ma fortunato…..
Si chiamava jack, aveva dodici anni e e frequentava un orfanotrofio, a
Parigi; da piccolo era stato abbandonato sui gradoni che portavano
all’entrata di un orfanotrofio.
Il migliore amico di jack, era Giovanni che aveva la sua stessa età, ma era
più disciplinato di lui.
Nell’orfanotrofio non li nutrivano abbondantemente, quindi era un bambino
gracile e debole.
Da quando era stato portato lì, non era mai stato portato in giro da nessuna
parte, a parte durante qualche Natale, quando andava nelle case di riposo a
suonare il flauto.
Due giorni dopo sarebbe stato il momento tanto atteso da tutti i bambini, il
colloquio con coloro che desideravano adottare un bambino. I bambini
aspettavano sempre con ansia questo momento, doveva essere tutto perfetto,
perché il primo impatto era di fondamentale importanza. Arrivò il gran
giorno, i bambini si misero attorno a dei tavolini, le coppie interessate si
presentavano ai bambini, parlavano un po’ con loro e poi decidevano.
E’ importante dire che entro un mese l’orfanotrofio avrebbe chiuso per
mancanza di soldi, per sostenere tutte le spese necessarie. Coloro che
rimanevano senza affidatari, dovevano entrare in un colleggio dove li
avrebbero trattati con maniere. pesanti, lì sarebbe stato difficile trovare
qualcuno che fosse disposto ad adottarli.
Giovanni fu fortunato, perché una signora l’aveva adottato, il giorno dopo
si doveva trasferire, non vedeva l’ora, era un po’ preoccupato per Jack che
non aveva ancora trovato nessuno che l’adottasse. La causa era evidente:
nessuno voleva un bambino pestifero come lui, ne combinava di cotte e di
crude. L’indomani Jack vide la maggior parte dei ragazzi andare via, si
sentiva abbandonato e depresso perché sapeva che nessuno l’avrebbe adottato.
Prima che Giovanni andasse via, Jack gli raccomandò di venirlo a trovare
qualche volta. Giovanni annuì.
La nuova “mamma” si chiamava Caterina ed era rimasta vedova con una figlia
di dieci anni: Jasmine. Giovanni si inserì facilmente nella sua nuova
famiglia e fece subito amicizia con Jasmine, da come andavano d’accordo
sembravano che fossero fratelli da sempre.
Dopo qualche settimana, Giovanni ricordò di aver promesso a Jack di andare a
trovarlo, chiese il permesso alla mamma, e lei non esitò a dirgli di no,
perché riponeva in lui molta fiducia.
Poco dopo si trovava nel dormitorio maschile con Jack, che gli propose di
aiutarlo a scappare: a Giovanni faceva pena vederlo così triste, dopo averci
pensato decise di aiutarlo.
Chi sa quando se ne sarebbero accorti della mancanza di Jack, il fuggitivo
si sarebbe trovato già con Giovanni davanti alla fermata di un autobus non
sapevano, non sapevano bene dove portasse, ma a Jack interessava fuggire
lontano. Ormai il cielo stava diventando buio, i due erano diretti dove
dicevano che ci fosse un posto che assomigliava molto a quello dei balocchi,
dove tutto era concesso.
Caterina era i pensiero per Giovanni: quando venne a sapere da Jasmine che
aveva lasciato un biglietto nel quale si diceva che non sapeva se sarebbe
ritornato, perché doveva aiutare il suo amico, si preoccupò ancora di più.
Anche Jasmine era preoccupata, infatti, quella notte espresse il desiderio,
il desiderio di far ritornare presto il suo nuovo fratellino, al quale era
molto affezionata.
La fata turchina, che aveva visto cos’era successo decise di aiutare la
bambina. Andò a cercare Giovanni e quando l’ebbe trovato gli ricordò che
aveva una nuova famiglia che gli voleva bene, quindi non era giusto tradire
la fiducia della mamma e della sorella. Lo rimproverò dicendogli:- Hai tanto
desiderato delle persone che ti potessero accogliere e adesso che le hai, è
questa la ricompensa che vuoi dare alla tua figlia??
Giovanni rispose:- Mi dispiace molto per loro, ma io penso anche alle
persone che hanno bisogno del mio aiuto, come Jack. Lui è rimasto solo e non
sa dove andare.
- Lo potrai aiutare, se ritorni a casa, troverai una soluzione, chiedendo a
Caterina se può restare con te anche lui. Rivolgendosi verso Jack, Giovanni
disse:- Dai Jack, possiamo almeno provare, Caterina è una persona tanto
buona che, secondo me, dirà di si.
Jack approvò la loro idea e si fece aiutare dalla fata.
La fata, con un colpo di bacchetta, li portò in una frazione di secondo a
casa di Giovanni.
Caterina si meravigliò molto nel vedere apparire all’improvviso la fata,
Giovanni e Jack dal nulla , ma era felice di riabbracciare suo figlio.
La mamma disse:- Finalmente sei ritornato! Ero così in pena per te, ti prego
di non rifare più una cosa del genere!!
:- Lo so, mi dispiace, ma volevo solo aiutare Jack che non sa dove andare;
potrebbe restare con noi?? La mamma sorridendo approvò e Jack si sentì come
poche volte gli era capitato fino ad allora, si sentì veramente felice.
La fata se ne andò volando, sorridendo a Jasmine che ancora la guardava a
bocca aperta.
I quattro vissero felici e contenti.
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