-Ero molto più felice allora! - Penṣ guardando la vegetazione a lei coś familiare. E se fosse potuta tornare alle antiche sembianze? Stava per domandare udienza a Madre Natura, quando qualcuno la chiaṃ.
"Hei, fanciulla verdolina, non sei di qui, vero?" Lisis, girandosi, poṣ gli occhi su un ragazzetto seduto a cavalcioni della pietra dove una volta dimoravano le sue radici.
"Certo che lo sono!" Rispose la fata "E tu, poggi il tuo didietro dove prima era la mia casa!"
"Ma allora tu sei Lisis, lo spirito della felce, avevo sentito parlare di te!" Disse lui saltando a terra. "Mi presento, sono Ruskit, lo spirito del ruscello" "Guarda che io sono una fata, non uno spirito, c’è una bella differenza!" Disse stizzita la ragazzina rivelando il pungente caratterino.

Ma, in fin dei conti, tanta differenza tra i due non ci doveva essere se dal momento in cui lui le sorrise divertito, lei s’innamoṛ perdutamente. Madre Natura , sbirciando
da una nuvola, tiṛ allora, un sospiro di sollievo, finalmente la felce aveva tutta l’acqua di cui aveva bisogno.

I due vissero felici e spensierati proprio in quel vecchio boschetto dove, ancora oggi, si ricorda la loro storia d’amore.

Se osservando grotte, sponde di fiumi e tutti i luoghi umidi, scorgerete una felce; Ruskit e Lisis non sono certamente lontani.

 

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