![]() Ma già molti secoli prima i funghi erano chiamati in Cina "cibo degli Dei", ed avevano un posto d'onore sulle mense degli antichi Egizi e dei Babilonesi. In Grecia, Teofrasto, allievo e successore di Aristotele nella guida del Liceo,ne fa l'elogio e dall'Ellade il fungo arriverà a Roma, dove verrà subito altamente apprezzato dai buongustai, ed esaltato dai letterati come Giovenale (funghi e beccafichi era il suo piatto preferito), Plutarco e infine Orazio, che considerava i prataioli superiori a qualsiasi altro cibo. Possiamo quindi affermare che i funghi hanno da tempi remoti i loro titoli di nobiltà gastronomica; e dobbiamo aggiungere che i nostri funghi coltivati mantengono pienamente il prestigio di questa lunga tradizione. Certo che chi ama andar per funghi guarda con superiorità chi invece preferisce comperarli: la gioia della scoperta, il contatto con la natura... In ogni modo, i funghi portano in casa quello speciale profumo di bosco. ![]() Quanto al consumo interno, esso ha registrato una certa evoluzione negli ultimi anni, rimanendo però a quote non molto elevate. In effetti sembriamo spesso ignorare non solo le qualità intrinseche dei nostri funghi coltivati, ma anche le possibilità che essi offrono sul piano gastronomico. ![]() Aggiungiamo che i funghi coltivati forniscono al nostro organismo un discreto apporto di proteine, vitamine e sali minerali. |