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JONATHAN SWIFT
LO SPOGLIATOIO DELLA SIGNORA

Tratto da Jonathan Swift, Opere scelte, Milano,
Arnoldo Mondadori, 'I Meridiani', 1995, pp. 1083-1091.

Cinque ore (e chi può farlo prima?)
impiegò a vestirsi l'altera Celia;
dalla camera sorte la divina,
in trine, broccatelli e mussolina.
Strefone, che trovò la stanza vuota                     5
e Betty altrimenti affaccendata,
entrò furtivo per fare un minuzioso esame
di tutto quel disordine infernale
del quale, per rendere l'idea,
segue d'appresso l'inventario.                             10

Per prima apparve una lercia camiciola
sotto le ascelle ben bene incotechita.
Strefone, il briccone, la spiegò tutta quanta,
rigirandola per ogni verso.
Su un tale argomento meglio esser brevi               15
e Strefone ci invita a immaginare il resto,
ma impreca contro gli uomini, maledetti bugiardi,
che chiamano Celia linda e fragrante.
Ora ascolta, mentre lui mette in mostra
svariati pettini per vari usi,                                20
intasati di crassume così aderente,
che non c'è spazzola che vi s'apra un varco,
una colla di composizione rara,
sudore, forfora, cipria, piombo, capelli;
una benda con dell'unguento                                    25
per stendere le rughe della fronte;
qui, fiori d'allume contro i vapori
esalanti da acri e disgustosi flussi;
(...)
Non un oggetto sfugge alla vista di Strefone:
qui, sottane in fetidi mucchi
e non dimentichiamo i fazzoletti
chiazzati di moccio e di tabacco.                             50
Le calze, perché dovrei mostrarle,
macchiate da impronte di dita puzzolenti,
o le bisunte berrette e le cuffie fetenti,
con cui Celia ha dormito non meno d'una settimana?
Un paio di pinzette trovò poi                                     55
per pareggiare le ciglia in tonde arcate,
o estirpare i peli che abbassano la fronte,
o quelli che crescono sul mento come setole.
(...)
Ma perché, Strefone, vuoi raccontare il resto?
E non puoi fare a meno di descrivere la cassa?       70
Quella cialtrona! Nessuno l'avverta
di rimuoverla da quell'angolo,
ma la lasci troneggiare in piena vista,
perché tu vi trovi materia di disprezzo.
Invan l'artigiano dette prova d'ingegno                    75
simulando cerchi e cerniere,
per farla apparire, così camuffata,
uno stipo ad occhi incompetenti.
Poiché Strefone s'arrischiò a guardarci,
decise di proseguire a tutti i costi:                           80
alza il coperchio, non deve far altro,
ne aveva sempre sentito l'odore.
Come dal vaso di Pandora,
appena Epimeteo aprì il coperchio,
un'improvvisa, universale torma                                 85
di sciagure umane volò via,
ma fu consolato, almeno, di scoprire
che rimaneva la speranza;
così fece Strefone, sollevando il coperchio,
per vedere quel che nella cassa era nascosto.        90
Usciron dallo spiraglio le zaffate,
ma il cauto Strefone non intendeva
annaspare in fondo al vaso
e lordarsi le mani per cercare la speranza.
O che giammai possa tale volgare arnese              95
comparire una sola volta in camera di Celia!
Possa lei imparare a custodire meglio
"Quei segreti del corrotto abisso".
(...)
Ma vendetta, mai assopita dea,
punì presto la curiosità di Strefone;                    120
la sua sconcia immaginazione collega
ogni donna che vede a tutti i suoi puzzi;
e, se alitano odori repellenti,
lui coglie la presenza d'una dama;
il suo modello s'attaglia ad ogni donna                 125
e come arguzie balzano entrambe le idee,
associate da un'immaginazione perversa,
pur apparendo contrastanti.
Compatisco l'infelice Strefone, cieco
a tutte le grazie del sesso femminile;                   130
dovrei rifiutare la regina d'amore,
perché nacque da melma puzzolente?
Per lui che sbircia dietro la scena,
Satira non è che una sgualdrina butterata.
Quando Celia si mostra in tutto il suo fulgore,        135
se solo Strefone si tappasse il naso
(lui che ora è tanto empio da maledire
unguenti, pomate, belletti, creme,
lozioni, poltiglie e pezze d'ogni tipo,
pei quali sembra essere ammattito);                         140
imparerebbe presto a pensare come me
e benedirebbe il suo sguardo rapito nel vedere
un tale ordine sbocciato dalla confusione,
tali sgargianti tulipani sorti dallo sterco.