Non dovette attendere a lungo perché Campanellino
una ne pensava e cento ne faceva. Un pomeriggio la pecorella, avendo
deciso di prendersi un po’ di libertà, era strisciata sotto la
staccionata per correre un po’ nel boschetto di faggi.
Anne l’aveva vista.
La bimba fece un furbo sorriso, indossò il pesante
indumento e corse anche lei verso il boschetto. La mamma osserva la scena
da poco lontano e si chiedeva se effettivamente l’espediente avrebbe
funzionato.
Anne quatta, quatta si era nascosta dietro una
piccola rupe e osservava Campanellino che ignara trotterellava qua e là.
Poi mentalmente contò: -uno, due e tre!-
Ed ecco che Campanellino si ritrovò davanti un
enorme (per lei) lupo ispido e ululante che le sbarrava la strada. La
pecorella si spaventò a tal punto che quasi le si sbiancò il mantello,
fece marcia indietro e corse al sicuro del pascolo da babbo Tomeo che
l’aspettava con il recinto aperto.
Il lupo a quel punto si spogliò e rivelò essere non
altro che una bimba con le trecce.
Anne, aveva trovato in soffitta un vecchio costume di
carnevale e con quello si era trasformata nel terribile lupo dei pascoli
montani.
Ora, ogni volta che Campanellino ne avesse combinata
una delle sue il lupo sarebbe magicamente riapparso. Ma noi siamo sicuri
che a Campanellino uno spavento grande come quello, era proprio bastato.
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