I tagli boschivi dettati soltanto da puri calcoli venali, costringono il bosco in uno
stato di perenne prostrazione.
Uno sfruttamento di questo tipo si trova in quasi tutti i boschi governati a ceduo, dove,
cioè si tagliano le piante nate dal seme per ottenere ceppaie; da queste ultime si
sviluppano particolari fusti detti polloni che crescono rapidamente e vengono tagliati con
scadenza di poche decine d'anni.
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Le ceppaie così sfruttate perdono presto la capacità di ricacciare i
polloni, il terreno si impoverisce di sostanze nutritive a causa del forte prelievo di
materiale legnoso, del frequente calpestio e del dilavamento degli strati superiori da
parte delle acque di scorrimento superficiale.
A lungo andare il bosco si impoverisce, riducendo il beneficio delle sue positive
funzioni. |
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