Un caldo maggio a Mosca ...e non solo...

di Bruno Zotti


Nono episodio: Rostov

22 Maggio 1995, sono più o meno le 22 e sul TY154 il volo procede bene nonostante le incredibili schifezze che ci hanno portato sui soliti vassoi di moplen anni '50 ultra unti e sbiaditi. Anche il mio nuovo compagno di viaggio bergamasco, abituato a viaggiare in posti forse peggio della Russia, in questo suo primo contatto é rimasto abbastanza perplesso, specie perché ci dovrà stare per diverso tempo.

Mi preparo psicologicamente ad un nuovo atterraggio con uno di questi cosi che non ho ancora capito come fanno a stare in aria eppure ancora una volta la buona sorte mi assiste. L'aerostazione di Rostov na Donu, perlomeno vista al buia, é veramente squallida.

Appena mi affaccio al portello di uscita vengo investito da un vento caldo ed odoroso molto simile a quando si arriva in Sicilia nelle notti d'estate. La temperatura é molto alta pur essendo ormai passate da un pezzo le 23, dall'aereo all'aerostazione si va a piedi in mezzo a branchi di cani randagi che gironzolano sotto agli aerei ed intorno ai passeggeri cercando qualcosa da mangiare. La cosa mi lascia abbastanza perplesso poiché qualcuno di questi cani ha proprio l'aria affamata e le dimensioni di un grosso pastore tedesco.

L'interno dell'aeroporto é qualcosa di indescrivibile, le luci sono un eufemismo, la confusione é incredibile e la consegna bagagli é una specie di scena di saccheggio ci sono infatti diversi poliziotti che controllano che ognuno si prenda il proprio bagaglio e non qualcuno di più. Il mio occasionale compagno di viaggio ha già intravisto il suo collega che lo aspettava e ci avviciniamo. Non dimenticherò tanto facilmente quanto quel tipo era sconvolto, d'altronde dopo sei mesi passati in questi posti é già molto che sia ancora tutto sano di mente. La prima cosa che ci chiede, rivolto al suo collega, é la stecca di sigarette che aspettava da una vita...brutta cosa per chi ha il vizio del fumo accontentarsi di quello che si trova qui.

Nel frattempo arriva anche l'incaricato dell'Aeroflot che mi preleva per portarmi in albergo, un simpatico omino minuto minuto con due baffoni neri. Peccato non mi ricordo più il nome e non me lo sono segnato sulla agendina tascabile che tengo sempre con me in una tasca insieme ad una penna per appuntarmi tutto quello che posso di questo viaggio che credo non si ripeterà tante altre volte nella mia vita. Fuori c'e l'autista con una Lada nuova super accessoriata con uno stereo incredibile che subito accende a volume assurdo facendomi sentire la cassetta con gli ultimi successi pop russi :)

Passata ormai la mezzanotte, le strade periferiche di Rostov sono quasi deserte e si arriva in pochi minuti in centro dove in effetti c'é già molto più movimento. Eccoci all'Hotel Intourist, solito stile, solito squallore, dopo avermi aiutato per sbrigare le pratiche di arrivo, il mio accompagnatore mi dà l'appuntamento per il domani mattina. La mia camera é al quattordicesimo piano dell'albergo, il mio viaggio in ascensore é interminabile per un semplice motivo: insieme a me in ascensore si infilano due signorine locali che fanno un mestiere inequivocabile. Una delle due sotto il trucco estremamente dark potrebbe anche essere carina ma l'altra mi sovrasta con la sua stazza...con gli occhi le arrivo più o meno dove di solito invece si guardano le ragazze ben dotate di petto:) Non é grassa ma ha una corporatura da corazziere ed inoltre ha un cappellaccio nero in testa che fa molto contrasto con il miniabito scollato che indossa. Le due mi fissano con sorrisi tra il malizioso e quello del leone che sta per mangiare viva la sua preda. Capisco subito che per loro é una serata magra ed infatti mi marcano stretto fino al piano dove ho la camera. Per fortuna l'impiegata del piano non é una di quelle che favorisce certi movimenti e praticamente mi salva dalle due in cerca di polli da spennare.

La camera é indescrivibile e l'unica cosa che la distingue da una pattumiera é la splendida vista che si gode su parte della città. Il caldo é atroce, con un'umidità tremenda poco distante si scorge l'immensa estensione del Don e credo pure le prime propaggini del Mar d'Azov piccolo bacino comunicante con il Mar Nero. Purtroppo tenendo aperta la finestra salgono i rumori e gli schiamazzi delle vie centrali che ricordano molto i rumori tipici che si sentono nelel città mediterranee d'estate. Sarà molto dura dormire tra il caldo, le zanzare grosse come passeri, il rumore e la luce che entra dalle finestre é una bella lotta. Arrivano le 7 e decido di farmi una doccia fredda per togliermi tutto lo sporco accumulato nel giorno prima e nella sauna notturna, dopo aver aperto i rubinetti decido immediatamente che mi terrò il mio sporco e l'odore di caprone che ho addosso. Sicuramente meglio dello strano colore marroncino e dell'odore inqualificabile che ha l'acqua della doccia. Lo capirò dopo quando arrivati a prendermi, gli amici dell'Aeroflot, si scusano per essersi dimenticati di avvisarmi di evitare di usare l'acqua dei rubinetti adesso che fa caldo.

Il centro TLC dell'Aeroflot di Rostov non é all'aeroporto ma é in centro in un cadente palazzo che si affaccia su uno dei viali principali che a differenza di Mosca non sono molto ampi ma sono del tutto paragonabili a quelli nostri. Arriva l'interprete, una giovane donna discretamente bella e colta, da alcuni discorsi che fa mi sembra di capire che sia vedova di un militare dell'aviazione russa ma non volgio entrare in faccende private, meno simpatico é il responsabile del centro TLC, infatti é uno dei "falchi" ovvero uno di quelli che é arrabbiato nero con noi ed i nostri impianti, ovviamente non a livello personale ma con la direzione. In effetti qui a Rostov hanno dei buoni ricordi degli italiani nonostante durante la seconda guerra mondiale la nostra cavalleria era qui per combattere, ma in fondo sanno che eravamo poco pericolosi.

Mi butto subito a capofitto sul lavoro: chiedo a Costantin, il vice-capo di farmi le misure delle linee ma purtroppo mentre con Mosca la cosa é fattibile, con l'altra località, Khabarovsk, non é possibile per via del fuso orario: laggiù é già sera ed hanno smesso di lavorare. Questa faccenda dei fusi orari mi perseguiterà per tutto il viaggio e dovrò fare salti mortali per far quadrare le attività al meglio. In mezzo agli armadi modem nostri, installati da un altro mio collega visto che é la prima volta che metto piede a Rostov, scorgo un modem Zyxel 1496. Incuriosito chiedo spiegazioni e mi dicono che quello é l'accesso Internet di Rostov gestito da Aeroflot che per l'appunto é un Provider!

Incredibile fuori dalla finestra si vedono cose da terzo mondo, qui al centro TLC non hanno neppure lo stagno per saldare i cavi sul permutatore, non c'é acqua, non c'é da mangiare ma c'é un accesso Itnernet!! Mi spiegano che quel modem va molto meglio dei nostri che abbiamo installato, mi fanno un mazzo incredibile mentre la bionda interprete fatica a tradurre tutti i termini tecnici. Dopo aver verificato tutti i nostri modem installati mi accorgo che la configurazione é stata manomessa, sistemo il tutto ed in meno di un'ora riesco a far vedere agli scettici e prevenuti russi che anche i nostri modem funzionano discretamente sulle loro disastrate linee.

Quello che mi fa rabbia che piuttosto che ammettere la cosa, il capo prende e se ne va senza neppure salutarmi mentre gli altri presenti fanno finta di niente. L'atmosfera non é delle migliori per fortuna che dopo aver fatto alcune modifiche alle configurazioni i collegamenti con Mosca ed Ekaterineburg cominciano ad andare meglio.


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