Un caldo maggio in Russia

di Bruno Zotti


Terzo episodio: A zonzo per la città

Sabato 20 Maggio 1995, dopo la solita colossale colazione che risulta un vero e proprio schiaffo alla fame, ci incamminiamo verso il centro TLC dell'Aeroflot. Abbiamo fatto buona scorta di cibo poiché come al solito a mezzogiorno si salta il pranzo per vari motivi, primo perché vicino alla "Aerovakzal" non si trova granché, secondo perché preferiamo perdere meno tempo possibile per potere fare qualche escursione nel pomeriggio.

Il sabato mattina nei palazzi statali di Mosca é decisamente uguale a Milano o a Roma, poca gente, poco traffico, perfino gli arcigni sorveglianti agli ingressi sembrano meno cattivi del solito e ci accolgono ormai senza più neppure chiederci i documenti ma solo con un bel "dobre utra italianski" che, a parte errori di trascrizione, vuol dire "buongiorno italiani".

Sarà tranquillo, ma le rogne ci sono lo stesso dopo una mattinata passata a litigare letteralmente con dei terminali e dei modem che si resettavano da soli, scopro che ci sono delle strane tensioni tra le terre dei vari apparati della sala TLC. é troppo per oggi! Decidiamo che la giornata ce la siamo guadagnata e quindi via per il pomeriggio a spasso per Mosca :-)

Il pomeriggio é molto bello, ci sono poche nuvole e fa decisamente caldo soprattutto per Mosca. Come al solito decidiamo di affidarci all'immensa rete di metropolitane per raggiungere la meta della nostra visita. Oggi andremo a vedere il VDNCH ovvero Vystavka Dostizenij Narodnogo Choz'ajstva SSSR! Calma, niente paura si tratta dell'esposizione delle realizzazioni dell'economia nazionale dell'Urss o meglio dell'ex Urss. In fondo all'immenso Prospekt Mira in direzione nord dal centro si estende questo grandissimo parco che sarà grande più o meno come la mia città natale dove sono costruiti padiglioni adibiti a museo ed a quartiere fieristico propagandistico delle varie branche merceologiche, scientifiche, tecniche e molto altro.

Durante il lungo viaggio in metropolitana leggo sulla guida la descrizione del complesso e sulla carta l'esposizione deve essere di enorme interesse. Arriviamo in zona e saliti in superficie ci immergiamo nella solita folla che staziona intorno agli immancabili chioschi e vediamo subito l'incredibile monumento ai conquistatori dello spazio. Si tratta di una enorme freccia in acciaio rivestita in titanio alta la bellezza di 100 mt.!!

Rappresenta il balzo di un missile verso il cielo ed a vederla lascia veramente senza fiato per qualche minuto, specialmente se abbassi gli occhi ed intorno a questo mega-monumento delle conquiste spaziali vedi povere donne vestite in malo modo che vendono qualche cetriolo o qualche mela. Da quel punto parte il viale dei cosmonauti con i monumenti di Gagarin, Tereskova e gli altri di cui onestamente ignoro il nome anche se l'avevo letto da qualche parte.

Lì vicino prima dell'ingresso al VDNCH c'é il famosissimo monumento costituito da un enorme arco sovrastati dalle statue dell'operaio e della contadina con il covone di grano ed ovviamente la falce ed il martello, il tutto sarà alto almeno una trentina di metri e non oso pensare quante tonnellate di metallo siano state necessarie per realizzare il tutto. Cominciamo a nutrire qualche sospetto sullo stato attuale dell'esposizione quando cominciamo a vedere all'ingresso una marea di chioschi talvolta anche di coreani ed indiani che vendono di tutto.

Dopo pochi minuti la verità é ancora più drammatica di quello che pensavamo, anche se in effetti visto lo sfascio dell'Urss potevamo immaginarlo. Il VNDCH é ormai ridotto ad una specie di mega parco dove vanno a passeggiare i moscoviti tra chioschi che vendono di tutto.

I padiglioni sono ormai fatiscenti, moltissimi sono chiusi e ridotti in uno stato pietoso, altri sono stati degradati a volgari mercati di cianfrusaglie di ogni genere senza alcun rispetto per il valore storico del posto. Mi viene un groppo incredibile in gola e mi si fanno gli occhi umidi vedendo un tale scempio delle testimonianze storiche di un periodo, che seppure da dimenticare per altri aspetti, non si possono seppellire così sotto montagne di magliette coreane o gadgets cinesi venduti in centinaia di chioschi ricavati all'interno dei padiglioni.

Il parco é ancora abbastanza bello ma c'é molto sporco ed i prati sono molto malridotti, inoltre é un sabato pomeriggio caldissimo e ci sono una moltitudine di famiglie russe con bambini, coppie di fidanzati e gruppi di militari in libera uscita intenti a tampinare le ragazze. Sembrerebbe di stare in un qualsiasi parco di qualsiasi altra parte del mondo se ogni tanto alzando gli occhi non vedresti enormi falci e martelli oppure statue di operai e soldati con colbacco ed altri tipici simboli del regime comunista.

Poco dopo l'ingresso del VDNCH c'é un'immensa fontana rotonda ornata con grandi statue di figure femminili molto belle che rappresentano le 15 repubbliche che costituivano l'URSS, sarebbero ancora più belle se non fossero completamente dorate con una doratura incrdibilmente brillante e decisamente irreale. La fontana sarà almeno 70/80 metri di diametro e profonda mezzo metro, l'acqua é putrida e stagnante ma nonstante ciò ci sono un sacco di bambini che ci fanno il bagno!!

Le mamme rosse in viso e sudate li svestono, ripiegano i vestitini della festa e lasciano che i bimbi in mutande sguazzino in un'acqua dove penso neppure i nostri cani randagi si tufferebbero.

In effetti a Mosca c'é un caldo atroce, i giornali scrivono che é da 120 anni che non si raggiungono simili temperature e non fatico a crederci visto che pure noi abituati ai climi "mediterranei" sudiamo come degli animali.

Entriamo nei pochi padiglioni aperti dove si intravedono gli stucchi, le decorazioni di quello che una volta rappresentavano: c'é un padiglione con stile di tempi greco dove sulle volte del soffito ci sono enormi spighe di grano a rappresentare i prodotti dell'agricoltura russa.

Ci sono poi i padiglioni dell'energia elettrica, dei trasporti e molti altri. Purtroppo non si é salvato nulla, cerchiamo il padiglione dell'energia atomica ma é desolatamente chiuso, il padiglione dei trasporti ferroviari é invaso da coreani, cinesi, indiani ed altre razze orientali che hanno impiantato negozi con pareti mobili in alluminio e vetri e vendono hi-fi, elettrodomestici, vestiti ed altre cianfrusaglie che attirano migliaia di russi in preda alla smania degli acquisti.

Forse a loro non importa proprio nulla che l'esposizione sia finita così per loro, dopo tanti anni di privazioni, forse é più importante comprarsi una cassetta del cantante Zucchero (si proprio lui é molto popolare qui) piuttosto che vedere esposta la storia della Transiberiana.

Certo che per noi occidentali con la pancia piena ed i soldi in tasca é facile gridare allo scandalo per la distruzione di questa grande memoria storica di così grande valore ma mi tornano le lacrime agli occhi quando entrando nel padiglione delle conquiste spaziali vedo che é stato trasformato a salone per le auto usate.

Il padiglione é enorme, fatto a volta come la stazione centrale di Milano, ci sono BMW e Mercedes usate ma più probabilemente rubate nei paesi occidentali, auto giapponesi e persino qualche Tipo in vendita. In fondo, buttati in un angolo coperti di polvere ci sono pannelli con foto, pezzi di satelliti e persino il busto di Gagarin in mezzo alle cose vecchie come in una soffitta polverosa.

Rimangono in vista sui piedistalli le prime navicelle, lo Sputnik della cagnetta Laika, la Sojuz del primo rendez-vous spaziale con gli americani ed una altra, la Voschod, il tutto in uno stato di abbandono incredibile e coperte di polvere.


Viaggi

Home page