Un caldo maggio a Mosca ...e non solo...

di Bruno Zotti


Decimo episodio: Rostov: la città, i locali, la gente

23 Maggio 1995, Rostov na Donu ore 12.30 temperatura all'ombra circa 31 gradi senza un filo di vento. Per fortuna dentro ai centri TLC la climatizzazione funziona discretamente ma quando si esce da lì dentro si prendono le solite mazzate di caldo che ti schiattano.

L'interprete mi accompagna fuori per cercare qualcosa da mangiare e l'espressione "cercare" é proprio quella più adatta per questi posti.

Sono quasi le 13 e per Rostov c'é in giro un sacco di gente, ci sono molti choschi che vendono un po' di frutta e verdura, qualcun altro cianfrusaglie varie ed altri sono dei piccoli bar. Tutti molto fatiscenti e sporchi.

Entriamo in uno strano palazzo che mi spiega l'interprete é stato negli anni più bui del periodo staliniano la sede di uno degli onnipotenti comitati. Ora é diviso tra diverse attività ed a piano terra attraversato l'androne c'e una specie di bar-ristorante.

Si entra scostando dei pesantissimi tendaggi di velluto rosso che non subiscono lavaggi da almeno 20 anni, dentro é tutto oscurato con i soliti pesanti tendaggi alle finestre sistema efficace per nascondere lo sporco che si immagina dagli odori ed al tatto.

C'é un impianto hi-fi compatibile con il resto dell'ambiente che spara a volume assordante della disco russa pure resa stonata dalla cassetta che non gira alla giusta velocità :)

Dietro il bancone uno strano tipo giovane con orecchino e sigaretta all'angolo della bocca, la cameriera anche lei giovane ha un aspetto poco raccomandabile e da una porticina dietro ogni tanto appare una donnona di solito stile russo con un camice, in teoria, bianco che sta in una specie di cucinetta.

Raccolgo tutte le mie forze per mangiare quello che c'é che ancora oggi non ho capito cosa era, acqua minerale non c'é e mi portano una lattina di una strana bibita coreana che ha un sapore indefinibile come se fosse un chinotto ammuffito.

Parlo del più e del meno con l'interprete che mi parla di sua figlia di circa 10 anni e di come é difficile vivere qui a Rostov ed in genere in Russia. Non tanto per lei che per questa giornata di lavoro si prende 100 dollari (circa un mese di stipendio medio degli operai di qua) che le pagherò io pronta cassa a fine giornata.

A questo proposito non vi ho ancora raccontato uno degli altri miei piccoli drammi.

Alla partenza da Mosca il responsabile commerciale dell'ufficio Olivetti di Mosca mi consegnò ben 1000 dollari in contanti per far fronte alle spese delle interpreti ed a piccoli imprevisti o magari per "sbloccare" qualche piccolo intoppo burocratico...ovvero le mance si usano anche qui.

Peccato che girare con tanti soldi addosso in certi posti é da panico quindi mi sono studiato i posti più incredibili per nasconderli divisi in piccole parti...ovviamente non sono arrivato a nascondigli come quelli usati nel film Papillon ;-)

Il pomeriggio al centro TLC scorre abbastanza veloce dopo aver vinto le diffidenze iniziali della mattina e dopo aver rotto il ghiaccio con i presenti le cose si sono fatte più facili.

Mi aiutano celermente nello svolgimento delle misure di linea con Mosca, stendiamo il rapporto dei lavori svolti che senza più molte discussioni mi viene firmato dal responsabile.

Non é tardissimo e quindi mi faccio una lunga passeggiata nel centro di Rostov osservando la gran confusione per le strade che come già dicevo ricorda molto lo stile delle grandi città mediterranee.

Come al solito il traffico sulle strade é molto eterogeneo ma qui a differenza di Mosca é molto più raro vedere auto di lusso occidentali o semplicemente auto nuove e decenti.

Noto che gli autobus sono quasi tutti con i radiatori sbuffanti e spesso lungo le strade ce n'é qualcuno fermo in una nuvola di vapore che fa scendere tutti i passeggeri che si arrangiano con altri mezzi.

Il solito omino con i baffi che mi accompagna in questi giorni mi spiega che il problema di questi bus non é, come vogliono far credere le autorità comunali, dovuto al fatto che sono stati progettati per il clima freddissimo che difficilmente a Rostov c'é, ma più semplicemente per l'assoluta mancanza di manutenzione dovuta all'altrettanta assoluta mancanza di soldi.

Rostov é l'unica delle grandi città russe che non ha metropolitana poiché é impossibile scavare nel sottosuolo senza trovare acqua, terreno paludoso ed instabile vista la vicinanza con il grande fiume Don.

Rostov sorge infatti sulla pianura alluvionale depositata nei millenni dal grande fiume.

Per i viali di Rostov si respira un'aria di grande miseria ma, forse per il clima o forse per altro, la gente mi sembra più serena ed allegra rispetto a Mosca.

Non c'é granché, quello che stupisce in queste città russe é l'esiguo numero di negozi tanto che sempre mi sono chiesto dove la gente va a rifornirsi, ma purtroppo più semplicemente é che non si rifornisce affatto.

Eccomi dopo la lunga camminata all'Intourist che visto di giorno é ancora più brutto di come lo avevo visto finora al buio, anche stasera faccio un inutile tentativo di farmi una doccia ma il colore e l'odore dell'acqua mi fa decidere immediatamente che poi non sono così sudicio da lavarmi:-)

Scendo per la cena, l'ingresso del ristorante é sorvegliato da ben due militari con una strana divisa mimetica e maglietta bianca e blu a righe orizzontali, completa l'abbigliamento un buffo cappellino con ciuffo di lana al mezzo. Dalle mostrine che hanno posso ipotizzare che sono della marina o della polizia fluviale, un corpo che mi dicono abbstanza diffuso in Russia, i due giovani manovrano con una preoccupante disinvoltura i micidiali AK47.

Dopo una rapida occhiata con cui mi squadrano, capiscono che sono uno stramiero con possibilità di pagare e mi fanno passare senza storie.

Al primo piano dell'Intourist c'e il solito salone ristorante che in apparenza vuole celebrare i fasti degli anni '60 dove il regime voleva mostrarsi a tutti i costi al pari delle grandi potenze occidentali in tutti i particolari.

I locali in effetti sono molto ampi e luminosi con la grandi vetrate che danno sul viale alberato e sul vicino parco pubblico ma l'arredamento, i tendaggi ed anche i soffitti portano i segni di anni di mancata manutenzione e danno a tutto l'insieme un aspetto veramente degradato.

C'é pochissima gente, in pratica oltre ad una tavolata di tedeschi che stanno lavorando ad un cantiere fuori città ad altri due o tre avventori isolati non c'é nessun altro.

In sala c'é uno stranamente simpatico e gentile capocameriere che prende le ordinazioni: ha una somiglianza incredibile con il vecchietto delle comiche di Benny Hill:-) Un altro cameriere sembra un ballerino di danza classica mentre ci sono le solite ragazzotte con la gonna blu e camicetta bianca tipica degli Intourist..ma anche dell'Aeroflot...anche delle ferrovie...ecc..


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