|
Viaggiando tra la
Normandia e la Bretagna
24 luglio – 30 luglio 2003
di Luisa lo Muzio (note sull'autrice)
I° giorno: 24 luglio 2003 Bologna-Parigi-Caen
La mia passione vera è sempre stata la geografia, e, inevitabilmente, viaggiare. Il primo viaggio serio l’ho fatto l’estate della maturità, infatti, come premio, hanno regalato a me e ad una mia cugina, anche lei fresca di maturità, una crociera verso le capitali dell’Europa settentrionale. Prima tappa Leningrado (ora San Pietroburgo) un volo Airflot da Roma a Leningrado di tre ore. Penso di essere stata fortunata per aver fatto il mio primo volo con questa linea. Sembrava di essere su un ottovolante, e le hostess ? Erano delle matrioske, simpatiche, peccato che non capivamo nulla di quello che dicevano. Era l’agosto del 1980!
Dopo quel viaggio, che ha toccato varie capitali come Helsinki, Stoccolma, Copenaghen, Oslo, Amsterdam, Londra, Lisbona, Pelermo e Napoli, dove siamo sbarcate, ho voluto approfondire la visita di questi posti fatti in fretta, addirittura solo un pomeriggio per vedere Londra, in pratica nulla! Purtroppo il problema della lingua mi ha un po’ penalizzata. Nel 1994 faccio il mio primo viaggio internazionale da sola, andando in Norvegia. Quando andai nel 1980, mi aveva colpito questa nazione, così lontana, così diversa, ricca di bellezze naturali. Così sono andata a Bergen e, da lì, ho fatto il giretto dei Fiordi. L’anno scorso, invece, sono andata ancora più in là, infatti ho superato il Circolo Polare Artico, arrivando su fino a Kirkenes, un paese al confine con la Russia. Poi, con il postale, cioè la nave che fa servizio giornaliero tra questo paese e Bergen, sono ridiscesa fermandomi poi alle Isole Lofoten, penso le isole più belle del mondo.
Quest’anno mi sono limitata, ho pensato di andare a visitare la Bretagna. Il viaggio è iniziato all’aeroporto di Bologna il 24 luglio. E’ stata, ed è, un’estate di fuoco, e la notte ho dormito solo qualche ora, si soffocava dal caldo, non si respirava, ma la mattina c’erano delle nuvolette, ed infatti, a causa di una tempesta sulle Alpi occidentali, l’aereo è partito con una mezz’ora di ritardo. Volo Bologna- Parigi, con l’Alitalia. Dopo un’ora e venti, ero a Parigi, piovigginava, non c’era fortunatamente il caldo soffocante che avevo lasciato a Bologna.
Vado all’Europcar per prendere l’auto a noleggio. Iniziamo bene con la lingua, infatti dopo mezzo inglese, gesti e qualche parola francese alla “Totò, Peppino e la malafemmina”, prendo la macchina che mi hanno messo a disposizione, una Renault Twingo.
Salgo, e inizio a vedere un po’ le marce, i vari comandi, ecc ecc. Non so se in Francia i fanali devono essere accesi anche di giorno, come da noi, ma a scanso di equivoci li accendo. Devo andare a Caen, a nord in Normandia. Penso che non sia difficile uscire dall’aeroporto, in fondo devo prendere un’autostrada, sarà indicata. Cerco di uscire, ma gira che ti rigira, non riesco a capire per dove devo andare…… dopo un po’ mi ritrovo su una tangenziale, traffico, esce il sole, poi c’è uno scroscio improvviso d’acqua. Dalle indicazioni del depliant che ho trovato in auto, si va a 90 km/ora, ma anche qui in Francia ci sono i soliti furbi….. altro che 90……. Anche quando il manto stradale è bagnato!
Mi metto sulla destra, non si sa mai, pioggia, sole, è come essere ad aprile da noi…. Mi sembra di fare il girotondo intorno a Parigi, ma della A3 non vedo traccia. Alla fine decido di seguire il sole, come i vecchi marinai, infatti devo andare a nord ovest e il sole sta andando ad ovest, ormai sono le 12,00. Seguendo l’astro, riesco a trovare l’uscita per la mia autostrada. Come al solito inizia la questua delle autostrade francesi, ogni dieci chilometri c’è una barriera dove si versano i soliti spiccioli, ora 1,00 € circa, anche 2,00 €. Finalmente, arrivando all’entrata della A3, la casellante mi da anche una cartina della zona che copre l’autostrada. Comoda, infatti mi sarà d’aiuto nei miei spostamenti nei giorni dopo. Dopo un po’, mi fermo ad un autogrill, simile ai nostri.
Cosa si mangia in un autogrill francese? Per sicurezza prendo una baguette, acqua minerale, la chiedo in inglese, alla fine, poiché l’inglese non è proprio una lingua amatissima, la ragazza del bar mi da una Perrier, ecco la parola magica, da ora in poi per chiedere l’acqua minerale dirò subito Perrier, anche se ho trovato anche la San Pellegrino.
Dopo la baguette, per affrontare un viaggio di circa 200 km, ci vuole anche un caffè. Dietro al bancone vedo una macchina come le nostre, chiedo un espresso. Addirittura è caffè Segafredo, ma non è lo stesso di quello italiano, loro ci mettono tutta la buona volontà, ma non ha lo stesso sapore del caffè che beviamo nei nostri bar. Torno all’auto, ma, per uscire dal parcheggio, devo inserire la retromarcia, ma non era come la mia auto! No! era di quelle dietro la prima!!! Io ho sempre avuto dei problemi con le auto che avevano questo tipo di cambio diverso, vedi la Ford Fiesta con cui feci scuola guida anche là era una tragedia! Le ho provate tutte, di andare in retromarcia l'auto non ne voleva sapere, ad un certo punto si avvicina un signore e mi chiede se ho dei problemi, si , anzi oui!
Il signore mi fa cenno di alzare il cambio ed inserire poi la retromarcia, infatti, alzando il cambio, ho sentito un clique, e la retromarcia si è inserita liscia come l'olio! Non so cosa avesse pensato il signore di me!!! So solo che se non era per lui, io stavo ancora lì a cercare di uscire dal parcheggio!!!!
Mi riavvio finalmente verso l’autostrada. Devo dire che, rispetto alle nostre, non ci sono molti mezzi pesanti, anche il traffico non è come quello nostro, sarà per il costo, inoltre loro hanno molte superstrade comode e non molto diverse dalle autostrade, altro che Ferrara-Porto Garibaldi o la Orte-Ravenna!
La benzina costa come da noi, e avendo un’auto che va benzina, i miei costi maggiori saranno appunto i vari rifornimenti, devo fare 1668 km….
Arrivo a Caen, città famosa della Normandia, è la città che ha visto lo sbarco, il D-day. Pioviggina, fa anche un certo freschetto. Avevo trovato su internet una piantina della città, e l’indicazione dell’albergo, della catena Holiday Inn, certo non poteva passare inosservato. Mi ritrovo in centro, trovo la via dove dovrebbe esserci l’Hotel, nulla. Vado in un distributore, ma in Francia difficilmente trovi il benzinaio, è tutto self service, quindi chiedo ad un signore, che sta facendo il pieno, dove posso trovare questa via. Mi dice di girare alla gouche, sinistra, questo lo capisco, e poi di girare sempre alla gouche, praticamente il giro dell’isolato! L’avevo già fatto in precedenza. Alla fine mi arrendo, trovo dei signori a cui chiedo dove sta l’Albergo. Ridacchiano e, a gesti, mi fanno cenno di seguirli. In pratica usciamo dal centro cittadino e ci dirigiamo verso tutt’altra direzione rispetto alla cartina che avevo preso da internet! Era semplice, era di fronte all’Ippodromo! Ringrazio i signori che mi fanno dei gran sorrisi. Devo essere distrutta, dopo il viaggio dall’Italia e quattro ore di giri anche a vuoto in auto! Infatti entro e faccio subito vedere il voucher senza dire troppo parole se non dicendo My name is……. Il portiere, con un gran sorriso, mi da la chiave, chiave… sorta di card, da inserire in una malefica serratura. E per il parcheggio? E’ a pagamento. Infatti la strada che affianca l’albergo è provvista di macchinette. Infilo qualche euro e così sono a posto fino alla mattina del giorno dopo.
Prendo i bagagli, vado in camera, ma questa card inizia a fare i dispetti. La inserisco in tutte le maniere, alla fine esce una specie di lucina verde! Eureka, la porta magicamente si apre! Entro, mi butto sul letto stanchissima! Ma la giornata non è terminata. Infatti vedo la cartina, quella della guida che avevo acquistato in Italia, e mi accorgo che le cose da vedere di questa città sono un po’ lontane dall’Holiday Inn! Peccato perché dalla guida cose da vedere ce ne sono.
Dopo una rinfrescata, faccio alcune telefonate in Italia, dimenticavo che ci voleva lo 0039, infatti dopo vari tentativi in cui una vocina dall’altra parte del telefonino mi diceva che il numero era inesistente… chiaramente solo in francese e in inglese, mi sovviene che devo fare prima il prefisso internazionale.
Esco, è ancora presto, sono le 18,00, circa. Gironzolo nei pressi dell’albergo e mi ritrovo davanti ad una chiesa, tipica francese, dovrebbe essere gotica.
Entro, e vedo delle foto, sono quelle del bombardamento che ha subito questa città. Anche questa chiesa, di Saint Jean, è stata completamente distrutta, ma i francesi, che sono più furbi di noi, l’hanno ricostruita tal quale. Infatti se uno non lo sa, pensa che sia l’originale di qualche secolo fa! Faccio un po’ di foto, poi vedo una patisserie e prendo subito dell’acqua! Dico la parola magica: Perrier, senza tanti preamboli. Gironzolando ancora trovo un negozio solo di formaggi. Peccato che è solo il mio primo giorno di viaggio, altrimenti avrei acquistato qualche tipico formaggio francese da portare a casa. Intravedo poi un internet point, mi fiondo dentro per leggere la mia posta a per inviare qualche lettera spiritosa agli amici!
Dopo un po’ rientro in albergo, cerco di rendermi presentabile e vado a cenare nella brasserie ad esso collegato. Mi portano il menù… chiedo se hanno una versione in italiano o inglese, no madame. Bene, ed ora che mangio? Alla fine opto per una salade, cioè una insalatona, coca cola, e….. un sorbetto, che immagino sia come da noi. Dopo questa enorme ciotolona di insalata, mi portano il “sorbetto”, era una coppa di gelato alla frutta, buonissima!
Prima di tornare in camera, lì il sole tramonta più tardi rispetto a Bologna, mi faccio un giretto accanto all’Ippodromo, dove ci sono alcune persone che giocano con i loro cani. Il tempo è migliorato, c’è un sole splendido nonostante siano già le 20,30, un’arietta fresca, come si fa ad andare in camera? Ma il giorno dopo ho molti chilometri da fare. Così rientro in albergo. Studio un po’ la cartina per non trovarmi come al solito persa tra le varie strade ed alla fine, vinta dalla stanchezza, mi addormento, con ancora la luce…….
Il racconto continua...effettua il download...
|