Euroclub: situazione dopo la prima di ritorno

di Paolo Barbieri


In conclusione, qualche spunto sulla situazione che le prime otto giornate hanno delineato.
Nel gruppo A tre posti per i quarti paiono già assegnati. Treviso e Cska Mosca (12 punti) e Olympiakos Pireo (10) hanno scavato un solco più che rassicurante sulle più dirette rivali, inchiodate in un affollato gruppo a quota 6.

Treviso é senz' altro la grande rivelazione della stagione. Squadra giovane e di fatto priva di grande esperienza internazionale, ha stupito tutti raccogliendo successi ed elogi a ripetizione, é tuttora imbattuta al Palaverde (grande vantaggio !) e le vittorie di Salonicco e Malaga la pongono virtualmente al sicuro.
Peccato per il bilancio sfavorevole con l'Olympiakos, che potrebbe pesare in caso di arrivo in volata per l'assegnazione di uno dei due primi posti, ma il largo margine conquistato all'andata sul Cska consente di guardare con fiducia al futuro. Tutti sappiamo l'importanza di poter giocare in casa 2 match su 3 nel barrage: per questo l'impegno di Treviso dev'essere determinato e mirato alla conquista di uno dei primi due posti. Ammesso che la Benetton riesca a restare imbattuta in casa (Iraklis, Antibes e Malaga non paiono avversari insormontabili) l'ideale sarebbe riuscire a cogliere una terza impresa esterna, magari già a Istanbul oppure -meglio ancora !- a Mosca.

Per il quarto posto la lotta é apertissima: in leggero vantaggio l'Ulker (8 punti a fronte dei 6 del terzetto Antibes-Bayer-Malaga) favorito anche dalla sensazione di un impianto di squadra superiore, completato da un fuoriclasse come Charles Shackleford. Negativa la prima esperienza dell' Iraklis, in cui si é salvato solo "X-man" Xavier McDaniel: le due recenti sconfitte interne ne hanno pregiudicato virtualmente la qualificazione.

La prova di Antibes e Bayer é in linea con le aspettative. Squadre più che decorose, certo non trascendentali: del resto il Bayer é una sorta di abituée dei gironi di eliminazione, dove però si arena implacabilmente.

L'Antibes, campione di Francia, paga gli effetti di una drammatica crisi finanziaria, che ha in parte smembrato il nucleo vincente della stagione passata. Restano i guizzi dell'intramontabile Sugar Richardson, anche se il nuovo leader é la grande rivelazione Tony White, scopertosi campione a 30 anni dopo una modesta trafila di gregariato in giro per l'Europa e nella CBA. Il calendario non pare favorire né sfavorire nessuno: tre partite interne e altrettante esterne per tutti e scontri diretti ben distribuiti. L'impressione é che, alla fine, passeranno le attuali prime quattro, con l'Ulker escluso dalla lotta per il vertice.

Nel gruppo B, inutile negarlo, la grande delusione é la nostra Buckler. Partita nel novero delle favoritissime, secondo alcuni addirittura davanti al Real e alle greche, ha mestamente tradito le aspettative collezionando sconfitte a ripetizione. Gravissimi i due k.o. interni, specie quello con il Pau in proiezione di un eventuale arrivo in volata; peccato poi per le due sfortunate "campagne" di Spagna, dove i bianconeri, privi di Woolridge e, a turno, di Carera e Morandotti, hanno davvero spaventato Real e Barca, salvo poi cedere nei due convulsi finali. Altre recriminazioni rimangono sulla sconfitta di Zagabria alla seconda giornata in un match dove é venuta a mancare soprattutto la tenuta psicologica. La situazione della Virtus é maledettamente semplice: ha bisogno di almeno 5 vittorie nei restanti 6 impegni, il che significa obbligo di due successi esterni. Immediatamente l'occhio va a Orthez e Tel Aviv, perché questi -tra i tre match "on the road" della Virtus- paiono i più abbordabili.

Vincere a Pau potrebbe voler dire anche riequilibrare il confronto diretto, cosicché diviene sin troppo semplice bollare tale incontro come tappa determinante nel proseguo del torneo. Posto che in casa non sono ammessi altri svarioni, resterebbe sempre la trasferta di
Atene, con il Panathinaikos e un siderale -43 che tuttora turba i sonni dei virtussini. La buttiamo l: come la vedreste la Virtus che proprio in Grecia va a strapparsi la qualificazione ?

Il Panathinaikos é oggi probabilmente la squadra più forte d'Europa. Non la più bella, no davvero. Gioca un basket al valium, soporifero al punto che neppure i ventimila di Oaka riuscirebbero a svegliare, ma quando si arrocca a protezione del proprio cesto fargli male resta spesso un miraggio. Con Vrankovic troneggiante al centro dell' area e una difesa assidua sul perimetro vince le partite a quota 70... Paradossalmente, proprio nel Panathinaikos gioca forse la più grossa delusione dell' Euroclub, quel Dominique Wilkins acclamato (a ragione) come il più forte giocatore mai venuto in Europa, ingaggiato con esborsi modello Pil tedesco e ancorato su una penosetta media di 13 ppg. Ad onor del vero, l'ideatore di questo scempio cestistico (Wilkins era uno da trenta di media in Nba...) fa di nome Bozidar e cognome Maljkovic, coach supervincente (ricordate la Jugoplastika di Kukoc e Radja ?) ma ancorato su schemi di un basket avvilente, fatto di difesa ad ogni costo e con ogni mezzo, contropiede zero, gioco in attacco sempre sul filo dei 30''. Wilkins, un califfo in one-on-one e campo aperto, ancora pare chiedersi quale oscuro sortilegio gravi su di lui per averlo fatto imbattere in un coach che é l'essenza del suo antibasket, tuttavia resta il fatto che -cifre alla mano- il suo Euroclub sinora é stato un calvario.

Ciononostante, il Panathinaikos veleggia orgoglioso e felice in prima posizione isolato, é (ovvio !) imbattuto in casa e con 2 successi esterni ha virtualmente ipotecato primo posto e final four. In linea con le attese anche le due grandi di Spagna, Real e Barca, sin qui regolarissime.

Il Real, perso Sabonis, ha saputo reinventarsi un gioco molto più aperto e dinamico riuscendo a sfruttare appieno le grandi potenzialità di Joe Arlauckas, probabilmente sin qui il miglior giocatore della manifestazione (e non solo perché top scorer). Il Barcelona di Aito, gira e rigira, é sempre tra le prime: l'anno scorso in Europa non ha brillato ma si é rifatto riappropriandosi del titolo nazionale, quest'anno si sta rilanciando anche a livello continentale trascinata da un giocatore che a me, personalmente, piace da impazzire: il lituano Arturas Karnishovas. Me ne invaghii già l'anno scorso quando, giocando a Cholet praticamente da solo, fece tremare in Korac la Fortitudo. Quest'anno é letteralmente esploso agli Europei, dove ha formato, con Sabonis e Marchulionis nella Lituania, il più forte tris d'assi d'Europa, capace da solo di contendere alla Serbia il titolo europeo.

Appaiato alle spagnole, a quota 10 e a due punti dal Panathinaikos c'é anche il Cibona, favorito tuttavia dalla doppia sfida con il Benfica-materasso. E' una squadra giovane ma già forte, ricca di talento, imperniata su un nuovo grande prospetto del basket croato: Veljko Mrsic. Appaiate a quota otto due squadre lontanissime tra loro: Pau Orthez e Maccabi Tel Aviv.

Il Pau é un' autentica mina vagante, capace davvero di tutto, ma ancora troppo incostante. Ha comunque un grosso potenziale e può contare su un vero fuoriclasse, Antoine Rigadeau: per referenze, chiedere in Virtus (16-punti-16 nel supplementare di Bologna, tutti quelli di Orthez...).

Il Maccabi é un diesel: regolare, imbattuto a Tel Aviv ma a secco di successi fuori, paga il rendimento insufficiente della presunta stella Tom Chambers, ipotetico uomo della provvidenza (peraltro ben finanziata, 500.000 dollari...) ancorato su tabellini imbarazzanti. Pau e Maccabi sono comunque in piena corsa, staccati di 2 soli punti dal terzetto sopra citato. Sei soli punti per la Buckler, penultima sola e desolata, ma aggrappata al sogno di un'impresa che tutti ci dobbiamo augurare. Poi, una volta eventualmente raggiunto il quarto posto e con l'organico al completo, non porremmo limiti alla provvidenza...

Malinconicamente ultimo il Benfica, zero punti-zero successi-zero speranze ma solo la certezza di aver sempre ceduto con l'onore delle armi.

In settimana Arvidas Sabonis, il Principe del Baltico sbarcato quest'anno a Portland in pompa magna, é stato proclamato da Gazzetta dello Sport e Superbasket come Cestista Europeo del 1995 : un giusto riconoscimento ad un campione e ad un uomo che del basket é già una leggenda e che, esultiamo!, abbiamo avuto il dono e la fortuna di poter continuare ad ammirare.


Sport

Home page