I Viaggi oggi

Oggi I libri di viaggio sono alla ribalta nelle librerie, vanno di moda. Perché?
La crescita del turismo e lo sviluppo dell'industria dei trasporti hanno incrementato sicuramente questo genere letterario e la figura del viaggiatore che ci viene proposta è radicalmente diversa da quella del passato, ma soprattutto è cambiata la prospettiva con cui si affronta un viaggio: i luoghi noti vengono visti con occhi diversi, il viaggiatore non è più un avventuriero. Un tempo si viaggiava soprattutto per conoscere nuovi mondi, mentre oggi, dal momento che ogni parte del mondo è già stata visitata e descritta dall'uomo, e non esistono più nuovi territori da scoprire e anche la letteratura di viaggio moderna si comporta in modo diverso, creando nuovi modi di vedere il paesaggio ed i luoghi visitati.

Lo sviluppo dei nuovi mezzi di trasporto, che hanno ridotto in modo considerevole i tempi di percorrenza tra le varie zone della terra, hanno modificato radicalmente anche le abitudini del viaggiare: è alla portata di un numero considerevole di persone e può avvenire in qualsiasi periodo dell'anno.

Il presente riconosce al viaggio una funzione di crescita intellettuale e spirituale o, più banalmente, di svago. All’origine di una tale idea del viaggio troviamo, si sa, il Grand Tour, l’esperienza romantica, lo spirito inquieto ed errante che attraversa l’Europa tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento. Le opere e le biografie di Thomas Gray e William Wordsworth, Samuel T. Coleridge e George G. Byron, Chateubriand e Ludwig Tieck gettano le fondamenta di quell’idea. E nei decenni successivi, autori come Théophile Gautier, Johann W. Goethe (il cui “Viaggio in Italia” esce nel 1828) e Gustave Flaubert (che pubblica “Salambò” nel 1862) la rendono, ognuno a suo modo, immortale. L’incontro tra gli ideali romantici e il coevo contesto storico fa scattare la molla del turismo.

Il proliferare di agenzie turistiche poi, che organizzano i viaggi fin nei minimi dettagli, ha contribuito a creare una figura di viaggiatore completamente diversa da quella del passato. Si sente l'esigenza di allontanarsi sempre più dall'occidente industrializzato, per approdare in luoghi incontaminati e lontani da ogni forma di vita civile. Le famose "mete esotiche", la ricerca di un "oriente" come alternativa di arrivo teorica e ideale al luogo di partenza" (Sergia Adamo, La letteratura di viaggio: spunti di ricerca).

Interessante notare poi come la letteratura italiana in generale abbia influenzato notevolmente i viaggi ed il pensiero di inglesi, francesi, tedeschi ed americani. Alcuni di loro si recano in Italia per visitare i luoghi in cui visse Manzoni, e nei loro resoconti di viaggio raccontano questa esperienza. Altri seguono le orme del Petrarca, molti parlano dell'Ariosto, del Tasso e ne citano le opere.
Una sorta di viaggio nella tradizione letteraria italiana, con un itinerario che parte da Dante e Petrarca per arrivare al Manzoni, ripercorrendo però questa volta la storia letteraria del nostro paese attraverso gli occhi di viaggiatori stranieri.


Dante in quest'ottica acquista perciò un valore particolare, non è più limitato entro i confini di uno studio scolastico delle sue opere, ma si inserisce in un contesto del tutto nuovo, quello del viaggio: "Egli [Dante] è il poeta di tutte le nazioni, nel mentre che è in grado eminente quel dell'Italia; egli è il poeta di tutti i tempi, mentre che in grado eminente è quello del suo.
Il viaggio dantesco ha costituito per il turismo colto, tra il XIX e parte del XX secolo, uno stile di viaggio di particolare richiamo per i viaggiatori e per gli artisti europei. Un richiamo composito, costituito dal fascino e dall'emozione provocata dal ricordo di immagini e di parole di un autore tanto noto e tanto amato in tutto il mondo quale l'Alighieri, e dallo scenario naturalistico, paesaggistico ed artistico evocato dai suoi versi." (Raffaela Cavalieri, tesi di dottorato,
Il viaggio in Italia e la tradizione letteraria)