“Cara Cristina,
ci dispiace molto di non averti scritto in tutto questo tempo ma, purtroppo abbiamo avuto un grosso problema, i nostri genitori sono morti in un incidente automobilistico, ti prego di scusare mia sorella che non si è ancora ripresa dallo shock dell’incidente e del trasferimento in orfanotrofio. Spero per te vada tutto bene.
“Tuo Alexander”

Cristina non ci mise molto a capire che il cappello era un impostore e un bugiardo, corse in casa a prenderlo per chiedergli spiegazioni, aprì la porta si girò verso il letto ma non trovò il cappello ne dove lo aveva lasciato ne da nessun altra parte.
Cristina non potè mai dimenticare quest’esperienza e non riuscì mai ad arrivare ad una conclusione logica.

 

il cappello
di alice gianbalvo, eleonora moda, vasco ricessi, andrea fragiacomo


 

Cristina è una ragazza di 14 anni approssimativamente brava a scuola, non si può dire che sia biflona ma se la cava.
Per coronare la splendida pagella, i suoi genitori la portano in Australia dove noleggiano uno chalet in riva al mare.
Appena arrivati, Cristina si fionda subito in spiaggia ad ammirare l’azzurrissimo mare australiano; lei sognava da tanto tempo di andare in Australia perché poteva conoscere gente nuova con stili di vita diversi e contemporaneamente migliorare il suo inglese che era l’unica sua incertezza sulla pagella.
Tra tutta la gente sulla spiaggia trovò solo due bambini fuori dall’acqua, completamente vestiti, che erano seduti a fissare il vuoto.
Cristina che è una ragazza molto socievole si avvicinò loro, si presentò e chiedendo qual era il loro nome. Al primo impatto la ragazza pensò che quei due fossero completamente sordi o eccessivamente maleducati perchè non le rispondevano ma poi, come se fossero appena caduti dalle nuvole, risposero in coro che si chiamavano Agnese e Alexander, che avevano 13 anni e che erano gemelli.
Cristina stentò a credere che fossero gemelli perché erano molto diversi, ma poi lasciò stare aveva appena conosciuto due nuovi ragazzi in brevissimo tempo.
Purtroppo la sua vacanza non fu lunga e passò molto veloce, prima di partire i ragazzi si scambiarono gli indirizzi per potersi sentire anche da lontano. Arrivata in Italia Claudia scrisse subito una lettera ai suoi nuovi amici per raccontare loro com’era andato il viaggio e per chiedere se avevano nuove notizie da raccontarle.
Passarono tre giorni e Cristina ricevette la risposta dei suoi amici Agnese e Alexander le riferivano che non era successo niente di tale e le avevano dato un regalino. Infatti Cristina, aveva notato un pacco lo scartò velocemente e ne uscì un cappellino di lana di molteplici colori.
Cristina naturalmente rispose immediatamente con una lettera in cui li ringraziava, scese in strada e la imbucò e tornò in camera sua. Con estrema sorpresa trovò una lettera nel suo nuovo cappellino in cui c’era scritto che era indirizzata a lei da parte di Agnese e di Alexander in cui spiegavano che il regalo era stato fatto per ringraziarla di essersi fatta avanti per parlare con loro quella volta in spiaggia. Intanto che leggeva sentiva una vocina che con lei rileggeva la lettera, Cristina fece un balzo e chiese chi fosse stato e non ricevette nessuna risposta e allora fece finta di niente e ricominciò a leggere e di nuovo la stessa vocina stava rileggendo a voce alta cosa stava dicendo lei e perciò rifece la domanda ma questa volta ebbe una risposta che accennava al suo nuovo cappellino di lana.
Cristina si
alzò di scatto fissò il cappello che non disse niente per cinque lunghi minuti e poi cominciò spiegare le sue “capacità”. Cristina non ci poteva credere aveva un cappellino parlante e che poteva ricevere le lettere che le mandavano le persone che le avevano regalato il misterioso oggetto.
Dopo circa una settimana da questa scoperta Cristina aveva accumulato si e no una dozzina di lettere dai suoi amici che naturalmente erano uscite tutte dal cappello ma a differenza delle altre erano scritte a computer, lei all'inizio non ci aveva fatto molto caso.
Ma aveva fatto male, perché un giorno andò a guardare nella cassetta delle lettere se qualche altro amico le aveva risposto e trovò una lettera per lei ma non era stata inviata apparentemente da nessun suo amico perché dietro alla busta c’era un indirizzo che non conosceva allora la aprì e lesse: