Primo giorno. Anno etopusiano 26943
Comincia qui il resoconto di 5 giorni lunatici del sottoscritto sul
pianeta Terra.
Dopo venti anni luce dal pianeta Etopus, la mia navicella è atterrata in
mezzo a un gruppo di estranei che potevano essere degli "uomini". Il primo
approccio con tali non mi è parso molto amichevole: un terrestre mi ha
parlato agitando la mano in modo minaccioso. Si poteva trattare sicuramente
di un atto terroristico nei miei confronti, e senza pensarci due volte ho
estratto la pistola laser dalla tasca cibernetica e ho aperto il fuoco. La
parola a me rivolta dal terrestre mi gira ancora nella testa; è un verso
strano di quattro lettere, secondo gli indigeni del posto. La paura che mi
fece quel "ciao" è indescrivibile.
La stella sole cominciava a scomparire all’orizzonte e un freddo glaciale mi
pervase il corpo. Il termometro universale misurava solo 24 gradi!!!!! Il
nostro pianeta al confronto è un altoforno di qualche fabbrica locale.
Mi trovavo vicino a dei percorsi costruiti con qualche strano materiale ove
correvano dei veicoli lenti quasi come un abitante della cometa
Mi-son-la-più-temporeggiatrice. Sul lato di queste vie ci sono dei pezzi di
plastica con sopra scritto in lettere cubitali parole locali come ad esempio
"Welcome in Brasil" o roba del genere.
Secondo giorno. Anno etopusiano 26943
Il buio era calato per la seconda volta e gli incontri con i terrestri
sono stati uguali. Ormai ho già esaurito la seconda ricarica per il lancia
laser. Man mano che le tenebre scendevano, la gente in giro era sempre più
strana: alcuni ti si avvicinavano con aria buffa, confabulavano da soli,
cadevano a terra e si rialzavano faticosamente bevendo da un contenitore di
una qualche sostanza uno strano intruglio color giallo con un po’ di schiuma
in cima.
Quando la stella sole fece capolino dall’orizzonte tutti correvano o
camminavano frettolosi con le ventiquattr'ore in mano continuando a
guardarsi l’orologio. Tutti si dirigevano ai ridicoli autoveicoli a quattro
ruote.
Terzo giorno. Anno etopusiano 26943
Qui il tempo trascorre lento ed ho finito tutte le ricariche che mi ero
portato, ma la gente che mi fa quei gesti continua a farsi vedere. Comincio
ad essere stanco di restare in piedi; la forza di gravità di questo pianeta
è di gran lunga superiore a quella di Etopus e non invidio per nulla gli
abitanti della Terra. I trasandati della notte si sono nuovamente mostrati
ed io ho avuto paura.
Quarto giorno. Anno etopusiano 26943
Le scorte alimentari diminuiscono come la forza di andare in
avanscoperta in questo mondo immondo. Mi sono avventurato durante l’era
notturna in una abitazione del luogo. All’inizio non sapevo come entrare:
gli indigeni risiedono in appartamenti molto sofisticati. Si può entrare
solo con uno speciale arnese chiamato comunemente "chiave di accesso per il
mondo umano" anche se gli sfaticati terrestri hanno abbreviato il nome per
non stancarsi troppo. Ho dovuto sprecare una carica rimpicciolitrice per
entrare. Appena dentro, un animale peloso mi salta addosso e non mi fa
riporre nemmeno la pistola ingrandente nella tasca ermetica ventilata:
comincia a toccarmi con la sua grande e bavosa lingua. Provo a cantargli una
ninna nanna e lui, docilmente, si corica sul pavimento piastrellato e si
addormenta. Dopo un po’ di girovagare mi ritrovo davanti ad un armadio
bianco e non molto capiente; apro la sua unica anta e ne esce fuori un’aria
gelida che mi congela il petto; dentro però ci sono tutti i tipi di
leccornie dei terrestri. Ne prendo un pezzo di carne pare pollo saturniano,
anche se non sapevo che i Saturno commerciasse con la Terra. La assaggio. Il
gusto e deplorevole, ma è nutriente. Se posso, comunque, preferirei non
rifarlo mai più.
Quinto giorno. Anno etopusiano 26943
Oggi è il giorno della partenza. sono passati 5 giorni, secondo il
calendario lunario, e 10 giorni e 10 notti per il calendario terrestre. Se
possibile questo viaggio culturale con i pianeti dell’universo non lo voglio
più rifare. Mi costerà un occhio della testa comprare tutti i ricaricatori.
Non lo consiglio a nessuno questo viaggio.
Meno ma le che è finita!!!!!!!
|