la recensione del libro ci è stata offerta da Diego Lo Presti ed è presente nel sito http://varietatrieste.3000.it
Trieste, negli anni che vanno
dal'40 al '70, con la sua storia fatta di occupazione germanica e slava prima e
forze alleate dopo, conobbe un personaggio stravagante ed estroso noto in città
con il nomignolo di Pinuccia. Il suo vero nome era Nicola Tochich (vero dalmato
di Zara) e le sue avventure diventano memoria senza fine nelle pagine di questo
libro.
In un mondo che mal tollera i cosiddetti "diversi", questo libro narra
la vita, fatta di alti e bassi, peccati e virtù, amori e odi, relazioni
pericolose, di un ballerino che della vera arte ha fatto la ragione della sua
esistenza. Non un'arte da mercato, ma un'autentica vocazione.
Solo il lettore attenta saprà cogliere il vero messaggio di questa vita
spesa in maniera così istintiva, sbagliata per certuni, ma sicuramente generosa
e priva di ipocrisie.
Queste pagine contengono la sintesi di una filosofia di vita spicciola e
pratica, appartenuta ad un bambino rapito dall'avventura dello spettacolo che si
è fatto grande uomo e grande artista in quanto ha saputo essere sincero con se
stesso e con il suo prossimo.