INTERPELLANZA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

Oggetto: Nuovo respingimento di clandestini alla frontiera marittima di Trieste

I sottoscritti consiglieri,

Appreso dalla stampa locale dell'intercettazione di un gruppo di ventinove persone, clandestine, nell'area portuale di Trieste;

Sentite le Istituzioni interessate, la situazione è risultata nei seguenti termini: le ventinove persone, tutte di etnia curda, comprendevano quattro minori, sei curdi iracheni e diciannove curdi turchi;

Saputo che nel pomeriggio di martedì 1° aprile una delegazione composta da: un parlamentare triestino, un rappresentante del Consorzio italiano solidarietà, un legale e un interprete, ha avvicinato i clandestini all'interno dell'area portuale;

Appreso che, a tale delegazione, il Commissario di Polizia marittima ha affermato che:

Sentito il Telegiornale regionale delle ore 19.30 che dava la notizia del respingimento, già previsto per la serata, di venti (o diciannove ?) clandestini rintracciati all'interno dell'area portuale;

Constatato che il Commissario:

Preso atto che tale fatto, ancora una volta, pone un evidente problema di definizione puntuale dell'extraterritorialità dell'area portuale triestina;

Ricordato che il Commissario ha ammesso la mancanza di un interprete durante le procedure di accertamento, essendo stata tale funzione svolta da un numero da tre a cinque persone casualmente presenti nell'area portuale e che la stessa situazione si è verificata al momento della dichiarazione fatta dai clandestini di essere degli "emigrati economici";

Rammentato che il suddetto Commissario ha confermato il contatto avvenuto tra l'interprete componente la delegazione ed i clandestini, con i quali ha parlato, ma che, a suo parere, non è assolutamente accettabile una qualsiasi modificazione della prima dichiarazione resa, perché, in tal caso, si potrebbero sospettare pressioni o incitamento alla richiesta di asilo politico;

Appreso che in serata è stato diffuso un promemoria del Consorzio italiano solidarietà in cui si rimarca che:

Considerato che il Commissario, nella mattinata del 2 aprile (in occasione di un sopralluogo della sottoscritta consigliera), insisteva nel riconfermare la correttezza delle procedure seguite, senza smentire quanto sopra riportato, aggiungendo che il mancato respingimento delle altre persone era dovuto unicamente alla mancanza di disponibilità dei vettori, impedendo altresì ulteriori contatti di verifica con i clandestini per accertare, quanto meno, il loro effettivo stato di salute;

Viste le norme vigenti, ed essendo del tutto evidente che non spetta assolutamente alla Polizia marittima la valutazione delle richieste di asilo, è palese la necessità di ricondurre la procedura di tale riconoscimento in termini di correttezza, alla presenza di un interprete affidabile e soprattutto neutrale, permettendo di rivedere le dichiarazioni rese dai clandestini, la cui attendibilità, viste le condizioni in cui sono state rese, è del tutto inesistente;

Considerato che le interpretazioni date dalla delegazione presente in area portuale e dal Commissario, circa le procedure in atto e quelle in ipotesi, sono state drammaticamente divergenti e contraddittorie;

Preso atto dei dati forniti ufficialmente circa l'attività di controllo delle frontiere, con un numero di oltre quattromila espulsioni l'anno per le sole barriere triestine, dati per altro sempre ricordati dai funzionari di polizia

Ricordato che le legge n.39/90, e successivi decreti attuativi, prevedeva in regione la realizzazione di due centri di accoglienza a cui si è aggiunto un terzo per la barriera marittima di Trieste ai sensi del Decreto del Ministero dell'Interno n. 567 dd. 21.12. 1992;

Rimarcato che a tutt'oggi, nonostante le molte segnalazioni alle istituzioni competenti, dell'avvio dell'attività di tali strutture non si ha notizia alcuna;

INTERPELLANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

perché intervenga presso il Presidente del Consiglio e il Ministero dell'interno affinché:

garantiscano sul territorio regionale il rigoroso rispetto dei diritti sanciti dalle norme vigenti sia nazionali che internazionali in materia di asilo, attualmente pericolosamente smentito dalle procedure seguite nel caso in oggetto e, purtroppo, anche in altri precedenti;

ribadisca al Governo, in particolare, la necessità di un rigoroso impegno per la tutela dei diritti dei minori e per la salvaguardia di quelle comunità etniche - come nel caso in esame dei Curdi - che, non godendo di autonomia territoriale, vengono perseguitate negli Stati dove risiedono;

si impegnino prioritariamente, considerate la gravissime situazione alle frontiere della regione, a dar corso alla realizzazione dei centri di prima accoglienza previsti già dal lontano 1992;

si attivi un tavolo di coordinamento tra Regione, polizia di frontiera, Commissariato di governo e rappresentanti degli Organismi umanitari, evitando il penoso rincorrersi di notizie e successive smentite, permettendo un costante monitoraggio dei movimenti alle frontiere e un coinvolgimento dell'associazionismo per garantire l'accoglienza.

ELENA GOBBI - PAOLO GHERSINA

 


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