LA GOBBA, un esempio di metasimbolismo sperimentale
di Francesco

Dimenticare quella stanza

nell’infinita raucedine della mia penna

tracciando nuovi gradini.

Correre a stampare furiosi amuleti

personaggi di un solitario.

E quella zingara

A tagliar le mie lune

a lavar le mie ossa.

 

Questo brano fu protagonista per la conquista del premio “La quercia d’oro” del 1982.  Tratto dalla raccolta “Dagli appunti giovanili” (1966-75) fu pubblicato nel libro “E di altri noi”, edito dalla Seledizioni di Bologna nel 1984. Nello stesso libro appare anche:

 

Scrivere riscrivere pensare

Cartesio traverso bislungo

ieri colpire sudore

estasi per noi sarebbe

solubile tratto

vergogna partire

doglio lesto anacoreta

scrivere riscrivere morire.

 

Dalla raccolta “E di altri noi” (1982) che titola il libro di cui sopra.

Si nota l’assenza di titolo, l’assenza di punteggiatura, vari anacoluti; si intuiscono quindi i temi che porteranno al: “Metasimbolismo sperimentale”.

 


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