«Il precipitare della situazione nel Kosovo mi spinge
a chiedere la vostra preghiera, perché il Signore illumini
tutti i responsabili del futuro di quella regione.
Quelle comunità hanno già percorso una lunga
"via crucis", ed attendono soluzioni rispettose della storia
e del diritto. Maria, Regina della Pace, infonda
nel cuore di chi ha in mano le sorti dei popoli il coraggio
di iniziative ispirate al vero bene comune» (Giovanni Paolo II)
Eppure hanno fatto la guerra.
Sono tutti perplessi - alleati europei e americani -, perché tutti sanno
che questa guerra è più pericolosa, e forse anche più inutile, di quella del Golfo. Il
timore, infatti, è che l'azione militare in Serbia non risolva niente. Eppure hanno
iniziato a bombardare. Fino a quando?
È come se si stesse giocando irrazionalmente con un ordigno molto
pericoloso che grava sul futuro, minacciando la pace nel mondo. Le possibilità che apre
la guerra nella penisola balcanica sono così vaste che potrebbero perfino riapparire
all'orizzonte gli spiragli di un conflitto ben più esteso, il primo dopo cinquant'anni di
relativa pace in Europa.
Facciamo nostro il giudizio della Santa Sede: questa guerra «è una
sconfitta per l'umanità»; tornano in mente le parole pronunciate da Pio XII allo scoppio
della Seconda guerra mondiale:«Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la
guerra». Per questo facciamo appello a chi governa e alla sensibilità di tutto il
popolo, affinché si assuma una posizione più ragionevole, che eviti alla popolazione nei
Balcani un futuro ancora più doloroso del presente e a tutti noi le conseguenze di una
azione così violenta.
Come cristiani preghiamo la Madonna che compia un miracolo nel mondo
jugoslavo. Il Signore conduce la storia, per il bene delle sue creature, secondo un
disegno che all'uomo tante volte si presenta come misterioso.
25 marzo 1999 Comunione e Liberazione |