Nane Zavagno. Opere 1950 - 2002. Cinquant'anni di attività artistica

Villa Manin di Passariano, Esedra di Levante.

7 settembre / 3 novembre 2002

Comunicato Stampa

Dal 7 Settembre Al 3 Novembre 2002 A Villa Manin Di Passariano

La Grande Mostra Antologica Dedicata a NANE ZAVAGNO

VILLA MANIN / CODROIPO (UD)Si aprirà sabato 7 settembre, a Villa Manin di Passariano (Codroipo – Udine), dove resterà visitabile fino al 3 novembre 2002, la grande mostra antologica dedicata a Nane Zavagno, eclettico artista friulano del quale saranno proposte, in esposizione, ben 265 opere fra disegni, dipinti, sculture e mosaici, chiamati a documentare il percorso dell'artista a partire dal periodo informale della fine degli anni Cinquanta, attraverso il momento visuale delle strutture primarie degli anni Sessanta, e la più originale produzione plastica degli anni Ottanta. La mostra - che offrirà dunque uno sguardo d’insieme sulle tappe della carriera di Zavagno, mettendo in luce la coerenza della sua ricerca - è promossa dall’Assessorato alla Cultura della Regione Friuli-Venezia Giulia attraverso la Conservatoria di Villa Manin, e dall’Amministrazione Comunale di Codroipo – Assessorato alla Cultura, con il patrocinio dalla Galleria d'Arte Moderna di Udine e il supporto di Banca Popolare FriulAdria, l'istituto polo di riferimento del credito regionale, che conferma così il proprio convinto sostegno al filone dell'arte contemporanea.

 

Il percorso di Zavagno sorprende perché rivela la capacità di attraversare il secondo novecento in modo autonomo, partendo da una posizione apparentemente periferica quale quella friulana, eppure sempre aggiornata. Zavagno mette a frutto il proprio apprendistato giovanile alla scuola spilimberghese di mosaico per raggiungere effetti del tutto nuovi, fondendo tradizione locale e sperimentazione d'avanguardia, sfruttando materiali semplici come i sassi utilizzati per la serie dei rosoni, realizzati a partire dal 1963 e antichi come il marmo per condurre una ricerca che varca i confini territoriali per confrontarsi con le coeve esperienze europee e statunitensi.

È il progressivo addensarsi della materia pittorica cui si assiste nei lavori informali ad aprire la strada agli studi successivi, gli Allumini, creazioni optical attraverso cui Zavagno indaga gli effetti della luce sul metallo modulato o estroflesso in modo sempre diverso. Di qui Zavagno muove alle composizioni di marmi e sassi che si succedono fino alla metà degli anni ottanta, e alle Strutture cui l'artista dà vita a partire dagli anni settanta, occasioni sempre nuove di studio degli effetti luministici e spaziali delle superfici e delle forme.

 

Alla fine degli anni Ottanta la scultura dell'artista sembra chiudersi in sé, divenendo più solida e monumentale, ma le opere più recenti sono contrassegnate da una gestualità ampia e naturale dimostrando un'ansia di ricerca ancora inesausta. La più recente delle opere di Zavagno è il sepolcro realizzato in marmo bianco di Carrara per il leader della destra radical-populista olandese Pim Fortuyn nel cimitero di Provesano (PN).

 

Sull’opera di Nane Zavagno si sono soffermati artisti come Giuseppe Zigaina, che nel 1969 scriveva: "Osservando il recente lavoro di Zavagno, parlando con lui, ascoltando le sue poche parole, interpretando soprattutto le sue frasi spezzate (per nordico pudore e antica riservatezza) una cosa appare subito evidente: le sue ricerche e le sue proposte emergono "naturalmente" dalla sua attività di mosaicista: così che il suo lavoro viene portato avanti "dal di dentro" con intelligenza e giusta misura. Questo fatto gli toglie la presunzione dell'assoluto, legittima le sue esperienze e le depura dall'aura fumosa di "mistica spiritualità"; permettendogli così, seccamente, di riproporle - nel giusto verso - come limpida metodologia di una ricerca espressiva ..."

"... Zavagno – sottolineava Tito Maniacco, nel 1982 - usa gli strumenti che ha a disposizione, sia tecnici che naturali che culturali, per adempiere, inconsciamente, alla funzione essenziale di esprimere, di rendere visibile in forma di oggetti, di forme, di luce e di colore il significato dell'esistenza, il "di che cosa vive l'uomo". C'è negli oggetti una carica simbolica che va al di là del semplice senso del loro uso, della loro applicazione o della loro eliminazione ..."

"… L'alibi terzo di Zavagno – annotava Elio Bartolini - sarà il gusto (si vuol dire: oltre la padronanza magari superba, ma soltanto artigianale) per i materiali - questi sassi, queste lastre di alluminio - su cui anche la luce (e magari fosse sempre quella elettrica) finisce per fruttare, in combinazione, un materiale assolutamente nuovo, o comunque altrimenti improducibile, e intanto, con la mitezza di tutte le terre appena create, estremamente docile, tutto godibile e dominabile … "

 

La mostra, visitabile da martedì a domenica con ingresso gratuito (orari: 9 – 12.30 e 15 – 18), sarà accompagnata da un catalogo a cura di Alfonso Panzetta edito da Umberto Allemadi & C. (212 pagine, 40 tavole a colori, 210 illustrazioni in bicromia). Il catalogo raccoglierà inoltre interventi di Angelo Bertani, Giancarlo Pauletto e Isabella Reale.

Per informazioni tel. Villa Manin di Passariano (0432.906657), oppure Comune di Codroipo (0432.905107).



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