L’ELETTROSTIMOLAZIONE

di Roberto Salvini,  Fisioterapista della Società Nautica PULLINO – Muggia (TS)

"L’elettrostimolazione è un valido mezzo di allenamento muscolare, non invasivo, che utilizza una via naturale e fisiologica, senza creare problemi quali patologie da sovraccarico" (I Giganti del Basket; ago-sett. 1999)

Le prime applicazioni di questi apparecchi nello sport risalgono agli anni’70.

Nel 1976 degli atleti dell’ex Unione Sovietica utilizzarono, in occasione delle Olimpiadi di Montreal, delle correnti sinusoidali.

L’elettrostimolazione è, oggi, ampiamente utilizzata in varie discipline sportive, sia a livello agonistico, che amatoriale. Sono stati segnalati dei casi in abuso, nel senso che gli atleti si autosomministrano delle sedute di stimolazione ad insaputa dell’allenatore o del preparatore atletico.

In aggiunta, il forte battage pubblicitario, che coinvolge personaggi più o meno noti, causa un certo disorientamento ed una sorta di disinformazione.

In questo articolo, consideriamo l’elettrostimolazione come una tecnica aggiuntiva ed integrativa, cioè un mezzo che non sostituisce l’allenamento tradizionale, ma che può essere utilizzato per migliorarne l’efficacia ed ottimizzarne i tempi.

Partendo dalla definizione riportata all’inizio dell’articolo e tenendo presente che offre molti spunti di discussione e approfondimento, cerchiamo di definire in modo generale l'elettrostimolazione.

Vediamo anzitutto (necessariamente in modo sintetico), quali sono le basi fisiologiche.

Il muscolo è composto da numerose fibre muscolari. L’unità contrattile e funzionale è l’unità motoria costituita da un motoneurone, situato nelle corna anteriori della sostanza grigia midollare, e dalle fibre muscolari da esso innervate. In prossimità del muscolo, l’assone perde la guaina mielinica ramificandosi ed entrando in contatto con le fibre muscolari di pertinenza (fig.1). Gli impulsi, originatisi a livello del Sistema Nervoso Centrale, raggiungono così i muscoli, causando la loro contrazione.

Una corrente esogena (che arriva dall’esterno), può sostituire gli impulsi organici e provocare una contrazione, inducendo dei potenziali d’azione.

La tendenza attuale è quella di utilizzare generatori che erogano una corrente ad impulsi di tipo bifasico, compensati, simmetrici, in modo da escludere le componenti galvaniche ed evitare polarizzazioni cutanee residue.

Il posizionamento degli elettrodi va fatto con accuratezza: l’elettrodo attivo va posizionato a livello dei punti motori che sono la proiezione a livello cutaneo di aree muscolari circoscritte., particolarmente ricche di placche motricio, la cui localizzazione nei vari individui tende ad essere costante.

Premesso che il lavoro con l’elettrostimolatore può essere impostato variamente a seconda del tipo di forza su cui intervenire (forza massima, resistenza alla forza, …) agendo in particolare sui parametri di intensità e frequenza, vediamo come possono essere classificati i metodi di applicazione dell’elettrostimolazione:

 

  1. metodo classico: un’unica contrazione indotta dallo stimolo elettrico viene ripetuta ciclicamente. Viene suddiviso in isometria pura (contrazione contro un carico inamovibile) ed in isodinamica (è concesso un certo grado di movimento);

  2. metodo abbinato (al gesto sportivo): la seduta di elettrostimolazione eseguita con il metodo classico è seguita dall’allenamento specifico;

  3. metodo combinato: consiste nell’associazione di una contrazione indotta elettricamente ed una contrazione muscolare volontaria. Si distinguono due sottotipi:

combinato co-contrazione: una contrazione volontaria viene eseguita durante lo stimolo elettrico;

combinato post-contrazione: una o più contrazioni volontarie seguono ogni singola contrazione indotta elettricamente.

Per completezza ricordo che, per restare nell’ambito sportivo, l’elettrostimolatore può essere utilizzato per ottenere sia un’azione decontratturante, che favorente la capillarizzazione.

Va considerato infine, che l’elettrostimolazione provoca contrazioni muscolari senza che il movimento prodotto venga controllato dal sistema neuromotorio, cioè l’apparato locomotore e tutte le sue strutture di retroazione non sono direttamente coinvolte. Pertanto, in associazione all’elettrostimolazione, andrebbe eseguito un allenamento mirato all’ottimizzazione della coordinazione motoria.


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